domenica 7 agosto 2016

Retrospettiva su Rocca e dintorni.


Preliminarmente alla riflessione sul tema in oggetto va ricordato che nell'anno 2007, benché la Rocca fosse chiusa al pubblico, il Fondo Ambiente Italiano-FAI (fondazione senza finalità di lucro, costituita il 28 aprile 1975), con nota del 12 gennaio segnalò che nel concorso “luoghi del cuore da non dimenticare” la stessa era stata designata da 12.987 persone come bene naturale da conservare per sempre.

L'inserimento nel Censimento FAI “dei luoghi da non dimenticare” del sito aronese evidenzia quanto benigna sia stata la natura con i nati del luogo per aver concesso a loro uno spettacolo ambientale mozza fiato.

Ne consegue per tutti l'obbligo di conservarlo e di renderlo accessibile a quanti, locali e non, hanno desiderio di apprezzare quell'incanto della natura o sentono il bisogno di riflettere colà di soprannaturale.

Dopo quasi dieci anni di inibito accesso la delibera della GC n° 6 de17 gennaio 2011 avente per oggetto “Rocca Borromea. Approvazione schema di comodato d'uso pluriennale” costituì il primo passo per la restituzione alla popolazione di questo incantevole e suggestivo luogo, del cui godimento beneficiava dal 1° gennaio 1970.

Parlando della Rocca, per amore di verità e riconoscenza va ricordata la attività del gruppo dei volontari, che con zelo e dedizione ha reso agibile il sito nel settembre del 2011 dopo aver provveduto alla estirpazione di erbe infestanti e alla manutenzione della vegetazione del parco e al riordino dell'assetto viario interno.

Appare utile evidenziare che, a seguito della costituzione dell'Associazione di volontariato “La Rocca nel Cuore”, avvenuta nel febbraio 2015, le prestazioni rese dagli associati sono assoggettabili al rispetto dei requisiti indicati dalla Sezione lombarda della Corte dei Conti nel parere reso nel luglio 2015

Vale la pena ricordare che questa Associazione come quella di “la Ruota di Mercurago”, in precedenza, sono state costituite sotto l'egida dell'Amministrazione comunale.

E' cosa nota che il Sindaco, non volendosi arrendere all'idea di non poter essere lui stesso a designare i componenti dei Comitati di Quartiere, nella seduta consiliare del 14 giugno 2012 si è prodotto in un esercizio di contorsionismo ideologico (ovvero come suole dirsi si è arrampicato sugli specchi per giustificare l'equivalenza sociale delle associazioni ai comitati di quartiere).

La delibera n° 56 avente per oggetto “Atto d'indirizzo in merito agli Istituti della Partecipazione dei cittadini alla vita politica della città di Arona” sancisce infatti
- la rinuncia all'istituzione dei Comitati di quartiere, dopo che Lui stesso ne aveva voluto l'inserimento nello statuto comunale, e acclara che “il concetto di Comitato di Quartiere dev'essere inteso e declinato come forma di libero associazionismo così come, peraltro, già declinato nell'art. 36 del vigente statuto”.

Questa giravolta ha inciso profondamente il rapporto relazionale nell'ambito della sua stessa maggioranza, evidenziando anche cinismo istituzionale.

E successive azioni al limite della legalità (una per tutte il finanziamento dell'offshore) hanno messo in mostra inoltre uno sfrenato egocentrismo.

In attesa di visionare i dati del bilancio assestato, sembrerebbe che il grossolano errore del finanziamento di quella manifestazione, mascherato inizialmente mediante le partite di giro, non sia stato ripetuto se la copertura delle spese della recente manifestazione delle Frecce Tricolori sia avvenuta tramite la sponsorizzazione di privati, ricompensati con un posto nel palchetto delle Autorità allestito per l'occasione in Rocca.

La marea umana, che ha assistito alle spettacolari evoluzioni aeree, ha gratificato sicuramente chi ha avuto l'iniziale idea e agli organizzatori va comunque dato atto che la città è stata tempestivamente ripulita.

Sarà però il tempo a stabilire se sia stato centrato l'obiettivo promozionale del ritorno economico della manifestazione sulla città.

Alla luce del sopra citato parere della Sezione lombarda della Corte di Conti, la prestazione resa dai volontari dell'Associazione “La Rocca nel cuore” potrebbe configurarsi come instaurazione surrettizia di una forma di lavoro non previsto dalla legge, quanto meno per i lavori di posa dell'impianto d'illuminazione della Rocca.

Nel sito comunale non è stata trovata infatti la delibera di approvazione della convenzione che la Corte dei Conti pone come requisito essenziale per lo svolgimento dell'attività dell'Associazione citata in favore del Comune.

E' stato possibile invece prendere visione della pubblicata delibera con la quale l'Amministrazione comunale ha proposto l'istituzione di un distaccamento in Rocca dello Stato Civile per la celebrazione di matrimoni (servizio proprio dello Stato Italiano che il Comune svolge come funzione delegata dello stesso).

Dalla riportata motivazione “al fine di aderire alle richieste locali” sembra quasi che l'Amministrazione sia incline a raccogliere “tutte” (?) le richieste che le pervengono, ma così non è.

E ne sono consapevoli quanti abitano in vicolo San Felino che da anni si lamentano per le condizioni disastrate della strada di accesso (ormai vicenda da Striscia la notizia).

E' pertanto immaginabile che volutamente non sia stata espressa la vera ragione perché diversamente risulterebbe poco comprensibile la localizzazione in Rocca di un servizio istituzionale dello Stato centrale, nel quale il Sindaco opera come Ufficiale di Governo e non come Capo dell'Amministrazione locale.

I Borromeo, stante le migliorie conservative apportate dal Comune al loro patrimonio e ulteriormente valorizzato dal posato impianto d'illuminazione, non avrebbero motivo per eccepire su questa discrezionalità esercitata dall'Amministrazione rispetto a quanto indicato al punto b) delle premesse del comodato, a meno che intendano sottrarre il luogo, in cui è nato il Santo di famiglia, alle contrapposizioni ideologiche esistenti nella società italiana a seguito della introduzione delle unioni civili nell'ordinamento legislativo italiano.

Sarebbe stato bel gesto se fosse stata l'Amministrazione stessa a preservarlo! Evidentemente la necessaria sensibilità mal si concilia con l'egocentrismo.

E questa stessa mancanza porterebbe ora a far pensare che l'assenza del gonfalone alla processione del Corpus Domini, dopo quella criticata alla processione dei Santi Martiri Aronesi, sia dovuta a inequivocabile scelta e non a ragioni finanziarie o organizzative, come in precedenza lasciato intendere dall'Amministrazione.

*già pubblicata in aronanelweb

Retrospettiva su Lido e dintorni.



Nel pomeriggio del 26 giugno 2010, fu entusiasticamente festeggiata -dopo decenni di abbandono ed incuria- la riapertura del lido e i giovani affiliati a SvarioGroup, ai quali l'Amministrazione -con il voto unanime del Consiglio Comunale- aveva affidata temporaneamente la gestione dell'area centrale con relativa spiaggia, contagiarono di gioiosa euforia il resto della popolazione.

Sembrò che la città avesse ritrovato improvvisamente la strada smarrita.

In quell'estate tutto induceva a pensare alla “sperimentazione in corso” di un modello economico di sviluppo, in cui si poneva attenzione al bene comune e ai codici etici della reciprocità, della fiducia e della relazione.

E non fu puro caso se nella seduta del 28 luglio 2010 il Consiglio Comunale con delibera n° 77 all'unanimità istituì il registro del servizio civico volontario comunale.

Come pure non si perse tempo per promuovere l'affidamento in gestione del fabbricato (bar dell'ex campeggio Broglia), presente nell'area del lido, per lo svolgimento di attività di ristorazione.
E con delibera n° 101 del 30 settembre 2010 il Consiglio Comunale approvò all'unanimità il disciplinare di gara per l'affidamento di quel fabbricato in concessione demaniale pluriennale migliorativa, finalizzata oltre che alla gestione ma preventivamente alla sua ristrutturazione edilizia.

Si fecero i conti senza l'oste” perché la gara espletata andò deserta e cosi pure la successiva.

Aldilà dell'esito negativo delle due gare corse comunque voce che fosse stata presentata al protocollo del Comune da parte di un cittadino un'offerta economica; l'Amministrazione, seppure incalzata sul punto, glissò sull'argomento.

Di ufficiale vi fu solamente la comunicazione dell'allora Assessore al patrimonio datata 29 novembre 2013 prot. N° 41131 in risposta ad una interrogazione consiliare scritta.

In questa si legge testualmente:
- “la demolizione del fabbricato ubicato al Lido di Arona è stata prevista in bilancio quale ipotesi subordinata all'espressione di un parere favorevole in tal senso da parte dell'Agenzia del Demanio”
- “in ogni caso, prima di addivenire ad una decisione saranno valutate le possibilità, ivi compresa quella di esperire un bando per la gestione dell'area che comprenda a carico dell'aggiudicatario gli oneri relativi all'intervento sul fabbricato (ristrutturazione o demolizione)”.

Si voleva dunque la demolizione del fabbricato.

Ma perché radere al suolo un fabbricato che, in assenza di pericolo per la pubblica incolumità, costituiva comunque un valore patrimoniale e anche ricordo per diversi cittadini degli anni giovanili trascorsi in quel luogo?

L'amletico dubbio non venne sciolto con la discussione della mozione consiliare, votata nella seduta del 15 aprile 2014 con delibera n° 7, con la quale era stato proposto di offrire il fabbricato del lido in comodato pluriennale ad un'Associazione di volontariato sociale, il cui statuto prevedesse lo svolgimento di attività sociali compatibili con il contesto ambientale circostante, interessata e disponibile a perseguire il graduale recupero edilizio dello stesso finalizzato allo svolgimento della propria attività sociale.

In verità l' allora assessore al turismo, incaricato a relazionare e discutere la mozione, non aggiunse nulla di nuovo rispetto all'obiettivo indicato nella comunicazione sopra menzionata.

La mozione fu rigettata senza farne conoscere il motivo e poco importò alla maggioranza consiliare compatta di cadere in contraddizione bocciando, alla prova dei fatti, il volontariato che pur aveva valorizzato in precedenza con l'istituzione dell'apposito registro..

Con quel voto il Sindaco e i suoi consiglieri mostrarono ancora una volta, se ve ne fosse stato bisogno, di considerare il proprio modo di essere, di sentire e di giudicare come l'unico possibile e valido in assoluto, manifestando d'essere miopi e/o poco illuminati per non cogliere che la prestazione resa gratuitamente dal volontario resta tale in qualunque ambiente e in tutte le finalità da conseguire .

Purtroppo la tendenza all'egocentrismo emerge anche dagli atti del secondo mandato della confermata Amministrazione .

Se il lido ancora oggi non è aperto al pubblico è conseguenza diretta di questa impostazione politica.

Nell'indetto bando di gara per l'affidamento della concessione demaniale relativa all'area spiaggia e a quella su cui insiste il fabbricato in questione, approvato dal Consiglio Comunale nella seduta del 28 settembre 2015 con delibera n° 41 e successivamente modificato con delibera consiliare n° 78 del 28 dicembre 2015, è manifesto appunto l' indirizzo egocentrico .

Esempio pertanto dimostrativo dei limiti e dei danni che l'egocentrismo ha e può produrre;
e poiché un vecchio proverbio evidenzia che “non è tutto oro ciò luccica”, sarebbe forse il caso di riflettere che “ neppure è oro ciò che cercano di rendere luccicante” e in questo caso è desumibile dalle due delibere sopra citate, peraltro precedute da un vistoso e non giustificato dietrofront della Giunta che:
- il 28 ottobre 2014 con delibera n° 111 inseriva nel piano triennale delle opere pubbliche 2015/2017 l'intervento “LIDO – Riqualificazione area e Ristrutturazione immobile” per un importo di 700 mila euro finanziato con proventi da privati e
- nella relazione illustrativa del bilancio di previsione per l'anno 2015, approvato dal Consiglio comunale nella seduta del 2 luglio 2015 ne prevede semplicemente l'abbattimento.

Un ulteriore ed utile approfondimento di questa tendenza egocentrica potrebbe venire da un'analoga e prossima retrospettiva su “Rocca e dintorni”.



* già pubblicato su aronanelweb