Preliminarmente alla riflessione sul tema in oggetto va ricordato
che nell'anno 2007, benché la Rocca fosse chiusa al pubblico, il
Fondo Ambiente Italiano-FAI (fondazione senza finalità di lucro,
costituita il 28 aprile 1975), con nota del 12 gennaio segnalò
che nel concorso “luoghi del cuore da non dimenticare” la
stessa era stata designata da 12.987 persone come bene naturale da
conservare per sempre.
L'inserimento nel Censimento FAI “dei luoghi da non dimenticare”
del sito aronese evidenzia quanto benigna sia stata la natura con i
nati del luogo per aver concesso a loro uno spettacolo ambientale
mozza fiato.
Ne consegue per tutti l'obbligo di conservarlo e di renderlo
accessibile a quanti, locali e non, hanno desiderio di apprezzare
quell'incanto della natura o sentono il bisogno di riflettere colà
di soprannaturale.
Dopo quasi dieci anni di inibito accesso la delibera della GC n° 6
de17 gennaio 2011 avente per oggetto “Rocca Borromea.
Approvazione schema di comodato d'uso pluriennale” costituì il
primo passo per la restituzione alla popolazione di questo
incantevole e suggestivo luogo, del cui godimento beneficiava dal 1°
gennaio 1970.
Parlando della Rocca, per amore di verità e riconoscenza va
ricordata la attività del gruppo dei volontari, che con zelo e
dedizione ha reso agibile il sito nel settembre del 2011 dopo aver
provveduto alla estirpazione di erbe infestanti e alla manutenzione
della vegetazione del parco e al riordino dell'assetto viario
interno.
Appare utile evidenziare che, a seguito della costituzione
dell'Associazione di volontariato “La Rocca nel Cuore”, avvenuta
nel febbraio 2015, le prestazioni rese dagli associati sono
assoggettabili al rispetto dei requisiti indicati dalla Sezione
lombarda della Corte dei Conti nel parere reso nel luglio 2015
Vale la pena ricordare che questa Associazione come quella di “la
Ruota di Mercurago”, in precedenza, sono state costituite sotto
l'egida dell'Amministrazione comunale.
E' cosa nota che il Sindaco, non volendosi arrendere all'idea di non
poter essere lui stesso a designare i componenti dei Comitati di
Quartiere, nella seduta consiliare del 14 giugno 2012 si è prodotto
in un esercizio di contorsionismo ideologico (ovvero come suole dirsi
si è arrampicato sugli specchi per giustificare l'equivalenza
sociale delle associazioni ai comitati di quartiere).
La delibera n° 56 avente per oggetto “Atto d'indirizzo in
merito agli Istituti della Partecipazione dei cittadini alla vita
politica della città di Arona” sancisce infatti
- la rinuncia all'istituzione dei Comitati di quartiere, dopo che Lui
stesso ne aveva voluto l'inserimento nello statuto comunale, e
acclara che “il concetto di Comitato di Quartiere dev'essere
inteso e declinato come forma di libero associazionismo così come,
peraltro, già declinato nell'art. 36 del vigente statuto”.
Questa giravolta ha inciso profondamente il rapporto relazionale
nell'ambito della sua stessa maggioranza, evidenziando anche cinismo
istituzionale.
E successive azioni al limite della legalità (una per tutte il
finanziamento dell'offshore) hanno messo in mostra inoltre uno
sfrenato egocentrismo.
In attesa di visionare i dati del bilancio assestato, sembrerebbe che
il grossolano errore del finanziamento di quella manifestazione,
mascherato inizialmente mediante le partite di giro, non sia stato
ripetuto se la copertura delle spese della recente manifestazione
delle Frecce Tricolori sia avvenuta tramite la sponsorizzazione di
privati, ricompensati con un posto nel palchetto delle Autorità
allestito per l'occasione in Rocca.
La marea umana, che ha assistito alle spettacolari evoluzioni aeree,
ha gratificato sicuramente chi ha avuto l'iniziale idea e agli
organizzatori va comunque dato atto che la città è stata
tempestivamente ripulita.
Sarà però il tempo a stabilire se sia stato centrato l'obiettivo
promozionale del ritorno economico della manifestazione sulla città.
Alla luce del sopra citato parere della Sezione lombarda della Corte
di Conti, la prestazione resa dai volontari dell'Associazione “La
Rocca nel cuore” potrebbe configurarsi come instaurazione
surrettizia di una forma di lavoro non previsto dalla legge, quanto
meno per i lavori di posa dell'impianto d'illuminazione della Rocca.
Nel sito comunale non è stata trovata infatti la delibera di
approvazione della convenzione che la Corte dei Conti pone come
requisito essenziale per lo svolgimento dell'attività
dell'Associazione citata in favore del Comune.
E' stato possibile invece prendere visione della pubblicata delibera
con la quale l'Amministrazione comunale ha
proposto l'istituzione di un distaccamento in Rocca dello Stato
Civile per la celebrazione di matrimoni (servizio proprio
dello Stato Italiano che il Comune svolge come funzione delegata
dello stesso).
Dalla riportata motivazione “al fine di aderire alle richieste
locali” sembra quasi che l'Amministrazione sia incline a
raccogliere “tutte” (?) le richieste che le pervengono, ma
così non è.
E ne sono consapevoli quanti
abitano in vicolo San Felino che da anni si lamentano per le
condizioni disastrate della strada di accesso (ormai
vicenda da Striscia la notizia).
E' pertanto immaginabile che
volutamente non sia stata espressa la vera ragione perché
diversamente risulterebbe poco comprensibile la localizzazione in
Rocca di un servizio istituzionale dello Stato centrale, nel quale il
Sindaco opera come Ufficiale di Governo
e non come Capo dell'Amministrazione locale.
I Borromeo, stante le migliorie
conservative apportate dal Comune al loro patrimonio e ulteriormente
valorizzato dal posato impianto d'illuminazione, non avrebbero motivo
per eccepire su questa discrezionalità esercitata
dall'Amministrazione rispetto a quanto indicato al punto b) delle
premesse del comodato, a meno che intendano sottrarre il luogo, in
cui è nato il Santo di famiglia, alle contrapposizioni ideologiche
esistenti nella società italiana a seguito della introduzione delle
unioni civili nell'ordinamento legislativo italiano.
Sarebbe stato bel gesto se fosse
stata l'Amministrazione stessa a preservarlo! Evidentemente la
necessaria sensibilità mal si concilia con l'egocentrismo.
E questa stessa mancanza
porterebbe ora a far pensare che l'assenza del gonfalone alla
processione del Corpus Domini, dopo quella criticata alla processione
dei Santi Martiri Aronesi, sia dovuta a inequivocabile scelta e non a
ragioni finanziarie o organizzative, come in precedenza lasciato
intendere dall'Amministrazione.
*già pubblicata in aronanelweb