E' di qualche giorno fa la notizia che è stata chiusa l'ultra
decennale vertenza giudiziaria con la proprietà dell'ex Cava
Fogliotti, che, presa in affitto dal Comune, nel penultimo decennio
del precedente millennio era stata interessata dal conferimento di
rifiuti speciali, incompatibili con le caratteristiche della
autorizzata discarica e nell'ultimo decennio era stata al centro
dell'attività giudiziaria penale del Tribunale di Verbania nei
confronti di amministratori e funzionari.
La notizia, sicuramente buona, va accolta con soddisfazione dalla
collettività, che può ora guardare al suo utilizzo come
possibilità concreta per lo sviluppo del suo territorio.
Poiché la composizione della vertenza è avvenuta mediante accordo
“extra giudiziario” fra le parti, abbiamo voluto
intitolare questa riflessione “l'altro” per dare evidenza
all'alto valore sociale del confronto,
allorché le parti si legittimano fra loro semplicemente come
“portatori d'interessi diversi” senza ritenersi
“avversari”, né tanto meno “nemici”.
E questo valore non viene meno anche quando, come in questa
circostanza, l'accordo non è stato spontaneo, ma consigliato e
sollecitato, per quanto si dirà appresso, dal Relatore della Corte
d'Appello, adita dai proprietari in opposizione alla decisione
pronunciata dal Tribunale di Verbania nel 2010.
Costoro invero già nel 2000 avevano radicalizzato presso il
Tribunale di Verbania una controversia per fare accertare la
responsabilità contrattuale ed extracontrattuale del Comune in
riferimento agli illeciti penali emersi nella gestione della
discarica da parte del Comune.
L'adito Tribunale si pronunciò, una prima volta, nell'anno 2003
riconoscendo il Comune colpevole, e, una seconda vota, nell'anno
2010, quantificando il danno procurato.
Alla pronuncia del 2003 il Comune si era opposto, ma il suo ricorso
era stato dichiarato improcedibile dalla Corte d'Appello per un vizio
formale, riconducibile verosimilmente ad un grave evento di salute,
imprevisto ed imprevedibile, che aveva colpito l'allora proprio
difensore.
Se questo era il quadro giudiziario pregresso all'accordo, ai
negoziatori delle due parti non restava che trovare un'equa intesa,
resa possibile e facilitata dalla variante generale al PRGC, varata
dal Consiglio Comunale nel febbraio 2010 e il cui iter d'approvazione
da parte della Regione era ancora in corso.
Infatti le parti riguardanti la destinazione urbanistica delle aree
oggetto della raggiunta intesa, approvata con delibera della GC
1-8/1/2013, sono state trasfuse nella successiva delibera del
CC 84-8/10/2013 di approvazione della
13^ rielaborazione della variante generale a seguito delle
osservazioni formulate dalla Regione e l'acquisto di parte dell'area
della ex cava è definitivamente avvenuto con l'approvazione della
delibera del CC 40-28/9/2015
Una vertenza, alla cui conclusione si è pervenuto dunque dopo
l'alternarsi nel Palazzo di Città di ben tre diverse
Amministrazioni, e per la quale -a ragione- si potrebbe semplicemente
dire che “Tutto è bene quel che finisce bene”.
Ma poiché il drammaturgo inglese, a questa sua espressione,
aggiungeva .. “e l'ultimo chiuda la porta!” ci sarebbe
piaciuto che l'attuale Amministrazione, oltre a manifestare
comprensibile soddisfazione per il sigillo posto, avesse nel contempo
informato la collettività sull'attività inerente il recupero dei
danni erariali e/o, in ogni caso sulla sua posizione al riguardo.
* già appostato in aronanelweb