giovedì 10 novembre 2016

L'altro.


E' di qualche giorno fa la notizia che è stata chiusa l'ultra decennale vertenza giudiziaria con la proprietà dell'ex Cava Fogliotti, che, presa in affitto dal Comune, nel penultimo decennio del precedente millennio era stata interessata dal conferimento di rifiuti speciali, incompatibili con le caratteristiche della autorizzata discarica e nell'ultimo decennio era stata al centro dell'attività giudiziaria penale del Tribunale di Verbania nei confronti di amministratori e funzionari.

La notizia, sicuramente buona, va accolta con soddisfazione dalla collettività, che può ora guardare al suo utilizzo come possibilità concreta per lo sviluppo del suo territorio.

Poiché la composizione della vertenza è avvenuta mediante accordo “extra giudiziario” fra le parti, abbiamo voluto intitolare questa riflessione “l'altro” per dare evidenza all'alto valore sociale del confronto, allorché le parti si legittimano fra loro semplicemente come “portatori d'interessi diversi” senza ritenersi “avversari”, né tanto meno “nemici”.

E questo valore non viene meno anche quando, come in questa circostanza, l'accordo non è stato spontaneo, ma consigliato e sollecitato, per quanto si dirà appresso, dal Relatore della Corte d'Appello, adita dai proprietari in opposizione alla decisione pronunciata dal Tribunale di Verbania nel 2010.

Costoro invero già nel 2000 avevano radicalizzato presso il Tribunale di Verbania una controversia per fare accertare la responsabilità contrattuale ed extracontrattuale del Comune in riferimento agli illeciti penali emersi nella gestione della discarica da parte del Comune.

L'adito Tribunale si pronunciò, una prima volta, nell'anno 2003 riconoscendo il Comune colpevole, e, una seconda vota, nell'anno 2010, quantificando il danno procurato.

Alla pronuncia del 2003 il Comune si era opposto, ma il suo ricorso era stato dichiarato improcedibile dalla Corte d'Appello per un vizio formale, riconducibile verosimilmente ad un grave evento di salute, imprevisto ed imprevedibile, che aveva colpito l'allora proprio difensore.

Se questo era il quadro giudiziario pregresso all'accordo, ai negoziatori delle due parti non restava che trovare un'equa intesa, resa possibile e facilitata dalla variante generale al PRGC, varata dal Consiglio Comunale nel febbraio 2010 e il cui iter d'approvazione da parte della Regione era ancora in corso.

Infatti le parti riguardanti la destinazione urbanistica delle aree oggetto della raggiunta intesa, approvata con delibera della GC 1-8/1/2013, sono state trasfuse nella successiva delibera del CC 84-8/10/2013 di approvazione della 13^ rielaborazione della variante generale a seguito delle osservazioni formulate dalla Regione e l'acquisto di parte dell'area della ex cava è definitivamente avvenuto con l'approvazione della delibera del CC 40-28/9/2015

Una vertenza, alla cui conclusione si è pervenuto dunque dopo l'alternarsi nel Palazzo di Città di ben tre diverse Amministrazioni, e per la quale -a ragione- si potrebbe semplicemente dire che “Tutto è bene quel che finisce bene”.

Ma poiché il drammaturgo inglese, a questa sua espressione, aggiungeva .. “e l'ultimo chiuda la porta!” ci sarebbe piaciuto che l'attuale Amministrazione, oltre a manifestare comprensibile soddisfazione per il sigillo posto, avesse nel contempo informato la collettività sull'attività inerente il recupero dei danni erariali e/o, in ogni caso sulla sua posizione al riguardo. 
* già appostato in aronanelweb