domenica 11 giugno 2017

Prima che cali il sipario.



Diamo voce a quanti con semplici battute divertenti o con freddure sarcastiche hanno offerto lo spunto per argomentare sulle “incursioni” dello Special One del Palazzo di città, fatte in campo scolastico, nel corso di questa primavera.

Coinvolgere gli studenti in problematiche sociali come la differenziazione dei rifiuti o lo svolgimento di una seduta consiliare parrebbe azione giusta.

Fermarsi al solo annuncio senza cercare di approfondire lo svolgimento e il contenuto delle singole azioni sarebbe però ben poca cosa, anzi asseconderebbe solamente l'intento autoreferenziale e vanitoso, che verosimilmente ha animato le due iniziative.

Disse Orazio:est modus in rebus....vi è una misura nelle cose, vi sono determinati confini al di là e al di qua dei quali non può esservi il giusto”.

A beneficio di chi legge, per ciascuna iniziativa, traduciamo in considerazioni quanto udito che aiutano il lettore, se ne avesse voglia, di addivenire a un suo personale giudizio sulle due inedite iniziative.

- Differenziazione dei rifiuti.
Poiché il sacchetto conforme introdotto nel sistema di raccolta dei rifiuti riguarda la frazione residuale della differenziazione, destinatari dell'innovazione sono stati le famiglie e gli esercenti di attività commerciali, assai marginalmente le scuole, e ancor meno i singoli studenti.

Bene comunque coinvolgere gli studenti, e verrebbe da dire “meglio tardi che mai”, quantomeno sotto il profilo conoscitivo di un importante problema ambientale, che affligge da tempo la società.

A loro però la differenziazione andava narrata in modo assolutamente diverso rispetto alla “massaia” di casa, perché il loro approccio al problema è tipologicamente diverso e riconducibile ai pochi involucri di carta, vetro ed alluminio; conseguentemente la narrazione della differenziazione avrebbe dovuto interessare tematiche riguardanti essenzialmente l'intero processo del riciclaggio.

Per carta, plastica e lattine in particolare la loro sensibilità a differenziare sarebbe dovuta essere stimolata attraverso l'illustrazione di aspetti tecnici ed economici, riferiti alla filiera del riciclaggio; quanto mai opportuno sarebbe stato quindi il coinvolgimento degli esperti del Consorzio, a cui aderisce il Comune, se proprio non si voleva far ricorso a quelli del Consorzio per il recupero della plastica (COREPLA) notoriamente disponibili a dialogare con le scuole.

Dalla stampa abbiamo desunto invece che l'incontro con gli studenti sia stato svolto su un binario diverso; evidentemente l'arricchimento culturale esulava dall'obiettivo del Palazzo.

- Seduta del Consiglio Comunale dell'otto maggio.
Per CHI ha responsabilità pubbliche una delle priorità, fra le tante cose da fare, dovrebbe essere: cercare di avvicinare soprattutto i giovani alla Politica in generale e all’Amministrazione della propria comunità.

Fare assistere pertanto gli studenti al rito celebrativo del consiglio comunale ha costituito per loro esperienza sicuramente positiva, essendo prossimi elettori ed anche potenziali candidati a ricoprire il ruolo di consigliere.

E poiché -rispetto al ruolo maggiormente partecipativo goduto dagli studenti durante la “pseudo lezione”  sulla differenziazione dei rifiuti- in un contesto, come quello del consiglio comunale, in cui tutti sono semplici uditori, il loro coinvolgimento avrebbe richiesto un'attività formativa propedeutica, che non risulta ci sia stata e che di conseguenza non potrebbe considerarsi esaurito nella recente seduta.

Per cui,
-o si è dato il via ad una seria iniziativa nei confronti degli studenti, introducendoli all’attività amministrativa e politica con una serie di attività che ne illustrino le varie fasi, nei tempi e modi relativi,
-oppure si è indotti a pensare che l'estemporanea seduta del Consiglio Comunale, celebrata all’esterno della sede istituzionale, rientri -come peraltro avvenuto in altre circostanze- in un ottica di garantirsi una differenziata presenza di pubblico, che altrimenti non ci sarebbe.

L'auspicio è quindi che da settembre, in accordo con il corpo docente, il Palazzo avvii una serie di iniziative volte a far avvicinare maggiormente i più giovani alle Istituzioni e ai suoi Organi di governo, onde un domani, da parte dell'elettorato attivo e passivo, ci siano più scelte consapevoli e meno proclami populisti, molto spesso fatti dall'attuale maggioranza comunale.

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Finché la barca va...



“lasciala andare,... tu non remare, ... stai a guardare” è l'orecchiabile ritornello di una rilassante canzone degli anni 60 del secolo scorso che inneggia alla quotidianità della vita condendola di popolare sagacia.

Avremmo ben volentieri ri-canterellato quel ritornello, rimanendo a guardare la barca dell'Amministrazione e lasciarla andare senza remarle contro, se:

► l'annoverare da parte dell'Amministrazione fra gli sponsors dell'Arco di Palmira, senza indicare la natura e l'entità della sponsorizzazione, di un'azienda, che intrattiene rapporti negoziali con la Polizia Locale, o addirittura un'associazione culturale, destinataria di contribuzioni comunali annuali, non confliggesse con il principio della trasparenza amministrativa .

La farlocca dichiarazione della spesa “a costo zero” per il Comune in occasione della manifestazione dell'Offshore è *già appostato in aronanelwebun'esperienza difficilmente dimenticabile per non tornare a vigilare e scongiurare un connubio innaturale tra trasparenza amministrativa e alchimia contabile.

La trasparenza richiede (sempre, ma in modo particolare nell'evidenziate situazioni) l'enunciazione del valore d'apporto (finanziario o di prestazione di servizi) della sponsorizzazione sin dalla manifestazione di volontà da parte dei soggetti sponsorizzanti, e ad oggi non pubblicizzato.


► la convocazione del Consiglio Comunale alle ore 10,00 di lunedì 8 maggio nell'aula magna del Liceo “E. Fermi” non avesse evidenziato che “la trovata del Sindaco” per quanto estrosa -come dallo stesso narrata- sotto il profilo propagandistico sarebbe stata pienamente legittima, se -a inizio di mandato- fosse stato applicato l'art. 18 dello statuto comunale.

Infatti, prima dello scadere del precedente mandato amministrativo fu inserita nell'ordinamento statutario la facoltà che il Sindaco, neo-eletto, potesse assumere la funzione di Presidente del Consiglio, non costituendo, ormai da tempo, novità il suo fare di “uomo solo al comando” e procurando nel contempo un'economia per le casse del Comune.

Alla luce di quanto emerso in questo scorcio di mandato, e in modo eclatante in quest'ultima circostanza, viene nuovamente da chiedersi perché mai il Sindaco non abbia fatto ricorso a questa clausola -da lui stesso approvata-, evitando in tal modo di sminuire malamente l'autonomia decisionale che, nella materia, il regolamento interno di funzionamento del Consiglio Comunale riserva in via generale ad altre figure istituzionali.

Tanto per intenderci l'art. 9 demanda la definizione del programma delle attività del Consiglio alla Conferenza dei Capigruppo, presieduta e convocata dal Presidente del Consiglio.

Tralasciamo di approfondire il tema per non essere irrispettosi verso chi -nei fatti- si è prestata a far ratificare formalmente la decisione “partorita” in un contesto ambientale e istituzionale diverso da quello sopra rappresentato, confidando comunque in un sussulto interiore per mostrare la propria sensibilità alla valenza giuridica ed etica, come da consolidata tradizione, dell'Ordinamento Comunale.

A tal fine, vale proprio la pena di ricordare che in passato era prassi assai diffusa, conservata ancora oggi in diversi Comuni, di affidare la presidenza del Consiglio alla minoranza consiliare.

Invero, unici destinatari del testimoniato rispetto e della manifestata conservazione della autonomia decisionale attribuita dall'Ordinamento Comunale sono i contribuenti aronesi di ogni colore politico dal momento che l'indennità, anche se modesta, percepita mensilmente è finanziata con l'addizionale irpef prelevata loro d'imperio.

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Per analogia.



La lettura della determina dirigenziale n° 74 del 7 marzo scorso prima e della delibera CC n° 4 del 28 marzo, appena dopo, consegna a chi legge l'immagine di un'Amministrazione, che si premura da un lato di istruire l'istanza di partecipazione a un bando regionale per l'ottenimento di un contributo finanziario e dall'altro dà immediata attuazione all'autorizzata applicazione in bilancio da parte del Ministero dell'Economia e Finanze dell'avanzo d'amministrazione per 1 milione e 53 mila.

L'approfondimento del contenuto della determina 74 ha messo in luce, attraverso l'esercizio del diritto d'accesso, che con la partecipazione al bando regionale l'Amministrazione tende ad assicurarsi un contributo per la bonifica delle coperture in eternit di alcuni edifici di proprietà comunale del centro storico.

La Regione Piemonte, in verità, da tempo stanzia nel proprio bilancio risorse finalizzate ad incentivare detta attività da parte dei Comuni; non prevede però contributi per la bonifica di edifici di proprietà privata.

Di per sé l'amianto non è pericoloso, lo diventa solo se, a causa delle scarse condizioni di conservazione, libera nell'ambiente le fibre che si sprigionano; è assolutamente prudente provvedere quindi alla sua rimozione per eliminare ogni pregiudizio alla salute di tutti, nessuno escluso.

Poiché la questione è seria e non va sottovalutata sono i Comuni a farsi direttamente carico del problema, erogando contributi in autonomia.

Abbiamo rilevato attraverso la rete internet che hanno da tempo regolamentato la concessione di appositi contributi: Bra e Chivasso in Piemonte, Pregnana in Lombardia, Legnago nel Veneto, Castelnuovo Magra in Liguria, Quattro Castella e Soliera in Emilia-Romagna, San Giovanni Teatino in Abruzzo, Arnesano in Puglia; d'altra parte -per analogia- Arona ha deliberato di concedere agevolazioni tributarie per le imprese operanti sul territorio e di nuova costituzione.

Se ai 9 soggetti (tra liberi professioni, artigiani e pubblici esercenti) che beneficiano quest'anno delle agevolazioni fiscali si fossero aggiunti anche altri soggetti, beneficiari di un contributo “una tantum” per la bonifica dell'amianto, saremmo stati veramente grati all'Amministrazione per l'elevato grado di autarchia conseguito.

Non è però così!, e forse neppure legato a ragioni finanziarie.

Per appurare la fondatezza di questa supposizione ci saremmo spinti anche ad analizzare in dettaglio la sopra citata delibera consiliare con la quale viene variato in aumento di € 1.365.732,70 il saldo in pareggio della competenza dell'entrate e delle uscite di bilancio 2017.

Non ci è stato possibile farlo perché, non risultando accessibile del nuovo sito comunale la pagina relativa ai bilanci, non abbiamo potuto raffrontare il prospetto delle spese d'investimento , allegato all'approvato bilancio, con quello allegato alla variazione dello stesso bilancio.

Molto verosimilmente benché incompleto si saranno premurati a fare installare ugualmente il nuovo sito in vista della recente seduta del Consiglio Comunale, nel cui ordine del giorno compariva la trattazione di un'interrogazione del Gruppo consiliare “costruiamo il futuro” riguardante il sito.

Pur tuttavia dalla narrativa della delibera n° 4 abbiamo appreso che sono stati finanziati: la passeggiata di Lungo lago Marconi per € 217 mila, il rifacimento di tappetini stradali per € 190 mila, la manutenzione della scuola materna Battisti per € 86 mila, la manutenzione della scuola materna di via Piave per € 52 mila, la realizzazione di rotatoria stradale nel nodo di via Chinotto-via 2 Giugno e via Bixio per € 68,9 mila, la manutenzione di parcheggio A. Moro per € 94 mila e il riscatto degli impianti d'illuminazione pubblica per € 70 mila.

E attraverso la consultazione dell'allegato A della delibera GC n° 34 del 28 marzo di approvazione del PEG siamo riusciti ad integrare l'elenco con: la manutenzione del lavatoio di Mercurago per € 83,6 mila, una tribuna per manifestazioni straordinarie nel campo sportivo per € 40 mila, opere turistiche “non definite” in aree paesaggistiche per € 35 mila.

L'ammontare di tutte queste opere menzionate è di € 936,500 e la differenza di € 429.232,7 è da ripartire fra in interventi della spesa corrente e di spese d'investimento e/o manutenzione straordinaria d'importo non superiore a € 20 mila, fatta eccezione per la manutenzione straordinaria di strade, il cui unico stanziamento raggruppa più interventi.

Lasciamo alla discrezionalità di chi legge l'individuazione e/o la valutazione dell'esistenza o meno di uno spazio finanziario in alternativa a talune oper per incentivare la bonifica di coperture in eternit ad opera di pochi, ma a vantaggio di tutti.

Noi -che lo davamo per scontato perché la tutela della salute ha priorità assoluta rispetto a talune scelte prettamente discrezionali e non urgenti e necessarie- aggiungiamo anche che la soluzione -per chi deve bonificare- può passare attraverso la configurazione di un intervento mirato ad ottenere un vantaggio ambientale, che è un tipo di ristrutturazione, per la quale da parte dello Stato ci sono incentivazioni in corso.

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martedì 18 aprile 2017

Un bel (pesante) fardello.



Dalla lettura della determinazione dirigenziale n° 61/29017 del 23 febbraio scorso e della n° 422/2016 del 7 novembre 2016, richiamata nella n° 61, ci è sembrato, per un attimo, che l'esecuzione di sondaggi archeologici sul lungo lago di Corso Marconi fosse finalizzata a riqualificare la passeggiata come “museo archeologico a cielo aperto della città di Paestum o Pompei”.

Non siamo, e difficilmente si può restare, insensibili alle testimonianze del passato, che consentono di conoscere e studiare l'evoluzione della nostra civiltà e città; proprio per questa ragione ci siamo spinti -mediante la consultazione a ritroso degli atti- a capire ed approfondire di più sulla valorizzazione del tratto di cinta muraria Borromea rispetto a quanto c'è stato finora riferito.

Abbiamo in tal modo rinvenuto nella relazione, menzionata di seguito, questo stralcio della pianta della città che risale all'anno 1644.




Quelle torrette che spezzano la linearità sulla cinta muraria caratterizzano invero il perimetro lacuale del territorio e costituiscono elementi gradevoli ed attrattivi.

E' di tutta evidenza che nel corso dei 373 anni  seguenti quel perimetro abbia subito delle modificazioni e che la superficie urbana sia stata ampliata verso lago.

Come pure è evidente che le mutate esigenze della popolazione, legate anche a nuovi mezzi di trasporto e collegamento, abbiano reso  necessario l'adeguamento della carreggiata stradale, al punto che nel tratto di congiunzione, pur ristretto, di Corso Marconi con piazza Del Popolo si erano comunque realizzate due corsie veicolari.

Riteniamo quindi che aver rifatto il tratto terminale del lungolago come oggi lo vediamo, sia stato un errore; l’utilizzo di materiali diversi sapientemente utilizzati, avrebbe ben conciliato la visualizzazione dell’antico tracciato storico, con le nuove esigenze, soprattutto viabilistiche e di sicurezza, che nel tempo si sono affermate.

Come più volte espresso, noi riteniamo che il recupero di quel tratto di cinta, sotto il profilo della viabilità, sia un pesante fardello per tutti gli aronesi: di oggi e di domani.

Se, dopo i lavori di rifacimento dei sotto servizi (fognatura, acquedotto ecc.) eseguiti nei primi cinque mesi dello scorso anno, nel tratto tra Corso Cavour e corso Marconi, la larghezza della carreggiata stradale di corso Marconi è tornata ad essere quella dell'anno 1644, sono risultati  vani  -tutto ad un tratto- gli sforzi fatti dai nostri padri, nell'arco dei 373 anni precedenti, per rendere possibile mano a mano la circolazione viaria adeguata alle esigenze contingenti.

E più grave ancora è che in questo “tornare indietro nel tempo” nessun ruolo decisionale sia stato riservato alla popolazione, che nei fatti è la VERA vittima sacrificale.

Come grave è che il committente del presunto recupero e valorizzazione di quella porzione di cinta muraria borromea sia stato, come si evince dal prospetto della relazione tecnica inoltrata alle due Soprintendenze di competenza, ACQUA Novara – VCO spa con sede in Novara.


Recupero che è stato migliorato, rispetto l’originale proposta progettuale di Acqua Novara-VCO, dalle indicazioni formulate nei pareri della Soprintendenza ai Beni culturali (Prot. N° 9152 del 29.04.2016) e della Soprintendenza ai beni Archeologici (Prot. N° 3426 del 28.04.2016).

Se questa relazione – già nella prima riga- motiva l'intento di valorizzare la cinta muraria per incrementare il richiamo turistico, c'è da pensare che l'Amministrazione comunale, nonostante gli annunci auto celebrativi fatti, abbia preferito nascondersi dietro Acqua Novara-VCO spa, temendo forse il flop di questa scelta; e  per gli storici sarà un bel “rompi capo” comprendere il perché Acqua Novara-VCO spa, che per scopo societario ha solamente la gestione delle reti idrica e fognaria, coltivi anche un interesse  in campo turistico.

E sullo sviluppo della città alcuni indici, invero, prospettano al momento un quadro non proprio rassicurante:
A. i pernottamenti di turisti in città nell'anno 2016 hanno fatto registrare una media giornaliera di 14  
     persone,
B. il saldo demografico è ormai negativo da diversi anni e la città vede diminuire continuamente la sua  
     popolazione,
C. i nuclei famigliari, benché vi sia una diffusa tendenza alla monogamia famigliare, nel 2016 sono 
    diminuiti di 40 unità  rispetto a quelli dell'anno 2011; in base ai  dati rilevati all'anagrafe comunale sono 6827 nel 2016 e 6867 nel 2011.

Stante l’attuale irreversibilità della scelta operata, urge ridare fluidità alla circolazione stradale cittadina, superando subito il divieto di svolta a sinistra dalla rampa mediante la costruzione di una rotonda sopra il parcheggio di Largo Quaranta  e procedere dopo all'inversione dell'attuale senso di marcia.

A tal fine ci auguriamo e speriamo che questa possibilità costituisca l'asso nella manica dell'Amministrazione in vista del recupero edilizio di Villa Cantoni, annunciato per l'anno in corso.

Il pesante danno arrecato alla città sia, almeno dove possibile e per il bene di Arona, immediatamente mitigato.

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mercoledì 8 febbraio 2017

Non trovi che...




Dopo aver “per anni” sostenuto che il porto turistico (oggi sogno irrealizzato) avrebbe rilanciato l'economia aronese, su “La Stampa” di martedì 3 gennaio il Sindaco, annunciando la costruzione di uno skatepark in fondo a corso Europa, dichiara che “Arona saprà attrarre anche questo tipo di turisti”.
Abbiamo accolto la bizzarra notizia con sarcastica ilarità; dopo aver fallito con diportisti e velisti legare lo sviluppo turistico agli skater boys appare idea poco congrua con l'obiettivo dichiarato; per di più dimostra che chi l'ha formulata non abbia senso pratico (o verosimilmente l'abbia perso) e non colga, fino in fondo, l'odierno contesto sociale.

Comunque, dando credito a chi ha pur dato prova di non mantenere fede alle sue stesse manifestazioni di volontà, verbalizzate in pubblico atto, non possiamo sottovalutare il rischio di qualche colata di cemento in corso Europa, ove l'equilibrio ambientale è particolarmente fragile.

Per cui proviamo a coinvolgere sul punto anche chi legge, poiché “l'indifferenza” -patologia molto diffusa a livello nazionale-, sta progressivamente intaccando la comunità locale (se alle ultime elezioni amministrative è andato a votare soltanto il 54,09% degli elettori, rispetto al 69,96% del 2010 e al 72,87% del 2005), .


Inoltre, a tutela della salute dei minori da rischi alimentari, estendiamo questo coinvolgimento anche sul posizionamento di un distributore automatico di alimenti e bevande attiguo alla casetta dell'acqua in via Monte Nero, prospettato dal Vice sindaco contestualmente all'annuncio dello skatepark fatto dal Sindaco.
E' utile evidenziare, a tal proposito, che l'idea di una proposta normativa che tutelasse la salute dei minori dai rischi alimentari intervenendo sui cibi contenuti nei distributori automatici, lanciata in occasione del Salone Internazionale del Gusto di Torino (23-27 ott. 2014) dagli Assessori all'agricoltura delle Regioni Italiane, è diventata articolato documento della Conferenza delle Regioni -approvato il successivo 30 ottobre- e successivamente proposta di legge, presentata l'8 giugno 2016 alla Camera dei Deputati per iniziativa parlamentare.

Per quanto sopra detto, Tu -che stai leggendo- non trovi che:

1.1a - sia preferibile ubicare lo skatepark in area non sensibile ad aspetti ambientali e più prossima al centro sportivo?

2.1b - non sussista alcun bisogno sociale per dover necessariamente fruire della disponibilità di un distributore di alimenti e bevande, collocato -in ambiente aperto e non protetto- in prossimità del centro sportivo, frequentato da molti giovani?

3.2b - un distributore automatico di alimenti e bevande “di dubbia qualità”, posizionato sotto l'egida dell'Amministrazione comunale, al cui interno ricopre un qualificato ruolo istituzionale una naturopata, sia scelta poco coerente con l'immagine prospettata dalla Stessa agli elettori, attraverso il profilo professionale dei suoi singoli componenti?

4.3b - sia poco opportuno supportare con un distributore automatico di alimenti e bevande eventualmente la gestione economica della casetta dell'acqua, a fronte dell'elevato rischio sanitario che correrebbero i consumatori di prodotti, per i quali non possono a priori avere conoscenza della loro scadenza?

5.4b - sia oltre modo necessaria l'esposizione di una tabella con le caratteristiche organolettiche anche dell'acqua da imbottigliare?
5.5b - il Comune stesso debba rendere pubblici i dati gestionali della casetta dell'acqua, per la cui installazione ha speso ben 8,5 mila euro?

Se chi legge trova fondate le sopra esposte considerazioni e riflessioni, avrà un motivo in più per combattere “l'indifferenza” ai problemi della comunità e per sentirsi più motivato ad aprire fessure di luce sugli stessi, sapendo che altri pensano già allo stesso modo.

Se, al contrario, non dovesse condividerle, dovrebbe ugualmente sentirsi coinvolto nella difesa della libertà d'espressione, dal momento che -nella realtà aronese- non trova ancora pieno accoglimento la celeberrima frase dell'illuminista Voltaire:

“Disapprovo quello che dite, ma difenderò fino alla morte il vostro diritto di dirlo.”

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