mercoledì 3 gennaio 2018

Desiderio natalizio.



Dicembre, Natale : tempo di letterine a babbo natale, tempo di esprimere desideri per il nuovo anno.

Ne esprimiamo qualcuno.

Sembra ormai certo che le elezioni politiche nazionali si svolgeranno a marzo e che, per sua stessa ammissione, il Sindaco parteciperà a questa kermesse, la cui legittima aspettativa covava da tempo, anche se non apertamente manifestata.

Non vi erano dubbi che il suo, non comune, dinamismo traesse forza da questo celato desiderio.

Gli facciamo gli auguri, ma non ci è facile dimenticare che ha finanziato nel corso dei due mandati elettorali l'attività comunale con l'entrata tributaria a carico soprattutto di pensionati e lavoratori subordinati e autonomi.

Avendo già contribuito abbondantemente per la causa, il ceto medio guarda all'evento di marzo, come i velisti alla boa, per ottenere dal prossimo anno un alleggerimento dell'addizionale irpef, che costituirebbe -a livello locale- misura utile a rallentare la tendenza di ampliamento della forbice fra ricchi e poveri.

Inoltre, com'è facilmente rilevabile dai rendiconti annuali, la concessione di contributi, che si prestano bene a sottendere finalità propagandistiche, ha procurato l'esponenziale aumento dei “trasferimenti” fra gli interventi della spesa; l'alleggerimento fiscale procurerebbe una diversa perequazione sociale, mettendo in condizione i contribuenti di destinare autonomamente la quota del loro prelievo tributario .

Se, come sarà assai probabile, l'auspicio di questa misura resterà disattesa (dato che della diminuzione del carico fiscale -anche a livello nazionale- tutti ne parlano ma nessuno ha la forza di realizzarlo), auspichiamo in subordine maggiore trasparenza nell'azione amministrativa.

Ci ha incuriosito il ringraziamento fatto recentemente dall'Assessore ai Servizi Sociali per la sponsorizzazione al suo sostegno all'iniziativa di condanna alle violenze subite dalle donne, promossa da un organismo esterno al Comune.

Ne abbiamo dedotto che la pratica di ricorrere alle sponsorizzazioni da parte di associazioni che beneficiano di contributi annuali erogati dal Comune, comparse per la prima volta in occasione dell'Arco di Palmira, si stia velocemente diffondendo anche tra gli assessorati.

Vivendo in un'epoca affetta da narcisismo, è facile immaginare che, in vista del prossimo rinnovo dell'Amministrazione, gli aspiranti alla carica di Sindaco abbiano interesse ad acquisire maggiore visibilità.

Dopo il pacchiano errore commesso dall'Amministrazione in occasione dell'organizzazione del motoshow, per la cui copertura finanziaria -volendo far passare il messaggio che il Comune non avrebbe sostenuto alcun costo- si era avvalsa della collaborazione di un'associazione alla quale erogava ed eroga annualmente contributi, il ricorso alla sponsorizzazione da parte di associazioni che ricevono contributi annuali si manifesterebbe oggi metodo raffinato, altamente rischioso, ma soprattutto caliginoso per evitare critiche all'impiego di soldi pubblici in iniziative ad alto valore autoreferenziale.

Elargizioni finanziarie fatte al Comune da di chi riceve contributi annuali dallo stesso non sono assolutamente trasparenti, trattandosi di movimentazione di denaro fra due medesimi soggetti, poco intellegibile pur se apparentemente ineccepibile,

La solarità dell'azione costituisce priorità assoluta per i pubblici Amministratori.

Cogliamo l'occasione per formulare a chi legge auguri per le ormai imminenti festività natalizie e d'inizio d'anno.

* già postato in aronanelweb

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Comunicato:  per l'immediato futuro non verranno elaborati nuovi elzeviri. 
Stante il clima che si respira dopo l'avvenuto scioglimento della Camera dei senatori e dei deputati proseguire nell'impegno sociale, portato avanti nei civici confini dell'umana sobrietà, rischia d'essere visto, letto ed interpretato in malo modo. 
Coerenza e Trasparenza esigono che, prima di essere pretese e rivendicate come qualità altrui, siano  individualmente mostrate come qualità personali.
 

TARI e ...non solo.


L'approssimarsi dell'ultima scadenza fiscale dell'anno ci induce a svolgere qualche considerazione sulla TARI, il cui gettito, com'è oramai chiaro ai cittadini, costituisce il corrispettivo del servizio di smaltimento dei rifiuti.

Ora che viene perseguita con determinazione (almeno così si spera) la differenziazione dei rifiuti
sembrerebbero maturi i tempi per trasformare la “tassa” in “corrispettivo”, ovvero abbandonare il regime “ tributario” della tassa per quello più “liberista” dell'applicazione del corrispettivo, strumento più confacente alla gestione del servizio.

Non comprendiamo invero il perché sia il Legislatore nazionale che regionale (lo smaltimento dei rifiuti è materia di competenza delle Regioni) mantenga ancora in vigore la facoltà dei Comuni di optare per uno dei due regimi, procurando così ai cittadini non poca confusione in occasione di pronunce giurisprudenziali in materia.

E il recapito a casa dell'avviso di pagamento della TARI, con gli allegati bollettini precompilati, tramite il servizio postale, procedura sicuramente gradita ai cittadini rispetto alla ormai superata notifica delle cartelle esattoriali, rappresenta nei fatti il primo passo per lasciarsi definitivamente alle spalle il regime tributario.

Incamminatisi sulla strada della differenziazione spinta dei rifiuti, il menzionato avviso di pagamento dev'essere coerentemente strutturato con il percorso intrapreso.

Sicché dall'importo da pagare, indicato nell'avviso, deve necessariamente emergere il valore della quota fissa, determinata applicando alla superficie dell'alloggio e dei locali di pertinenza le tariffe per unità di superficie parametrate al numero degli occupanti, e il valore della quota variabile, costituita da un un valore assoluto rapportato al numero degli occupanti.

Queste informazioni, riportate nell'avviso di pagamento come già altri Comuni fanno, favorirebbero una riflessione dell'utente sul vantaggio che può trarre, differenziando bene e meglio i rifiuti di casa.

Modificare dunque la comunicazione della TARI, al momento puramente indicativa dell'importo da pagare pur se distinto per abitazione e pertinenze, costituirebbe un utile stimolo a spingere sempre più le famiglie alla differenziazione dei rifiuti (la cui percentuale, ancora bassa, non qualifica Arona come comune virtuoso) e renderebbe maggiormente trasparente il calcolo della somma dovuta.

Avendo già, nel precedente scritto, ironizzato sulla locuzione “cultura della legalità”, che compare nella delega del reintegrato assessore, ci pare ora utile, in relazione a quest'ultima considerazione, puntualizzare che “cultura della legalità” è essenza naturale, di cui tutti siamo allo stesso tempo produttori e consumatori; questa, nel tessuto sociale di un territorio, si propaga unicamente col “dare l'esempio” e attraverso “l'emulazione”, di sicuro non per “imposizione”.
* già postato in aronanelweb

COMICITA' .



Da giorni la squadra che amministra e governa la città è tornata ad operare a ranghi completi, essendo stata ricomposta -dopo quasi due mesi- sia numericamente ed anche nominativamente.

Ricomposizione della Giunta Comunale istituzionalmente ineccepibile, che segnala il “sereno”, tornato nei rapporti del gruppo della Lega in Comune.

Il comunicato stampa della “lieta novella” offre però qualche spunto di comicità, che non esitiamo a condividere con il lettore, stante gli effetti benefici che l'ilarità procura al benessere e alla salute dell'uomo.

Scaramantica appare la scelta del 2 novembre come data per comunicare la nomina del “nuovo” assessore comunale; eppure il tempo a disposizione per farlo non gli era mancato prima e non gli sarebbe mancato dopo .

Parlare di “confronto sincero” in ambito politico è linguaggio farisaico, perché l'esperienza ci porta di fatto ad evocare il “rincorrersi tra cane e gatto o fra gatto e topo”.
E benché le tre righe finali del comunicato stampa offrono pure un utile indizio per individuare chi fra i due soggetti “a confronto” sia stato il cane, il gatto o il topo, abbiamo la pazienza necessaria per spettare che siano le prossime scelte strategiche della Giunta a svelarcelo; ricordiamo bene la materia e l'argomento su cui si è consumato lo strappo.

Assai carico di comicità è il riferimento alla “ cultura della legalità” nella nuova delega conferita.

E spieghiamo il perché di questa gigantesca bufala.

Come si fa a dare credito a una simile manifestazione di volontà quando il delegante stesso non dà evasione alle richieste di accesso agli atti in base al regolamento da lui stesso deliberato (per info: è stato abbondantemente superato il tempo utile per la consegna di copia delle dimissioni rassegnate dall'assessore reincaricato, da noi richiesta); e..... come fa lo stesso a rimanere all'interno della gestione del Palazzo dei Congressi?

Ed ancora, come possono i cittadini credere all'intenzione di diffusione di una cultura della legalità quando il delegato stesso, con talune sue precedenti dichiarazioni sulla movida nel centro storico, ha già dimostrato di ignorare, sminuire l'esistenza del fenomeno ( forse per non ammettere pubblicamente di non disporre di risorse adeguate per affrontarlo).

Da parte nostra, senza rinverdire vecchi fatti inerenti contravvenzioni per divieto di sosta elevate in ore serali in quel di Dagnente, siamo profondamente scettici che il delegato possa essere “l'uomo giusto” per un adeguato approccio alla missione affidatagli in delega.

Nonostante ci risponderanno per l'ennesima volta che noi non capiamo e non conosciamo la realtà,
non avremo difficoltà comunque a riconoscere sbagliato questo pregiudizio se, in punto di legalità, i risultati raggiunti sul territorio ci smentiranno; nell'interesse della collettività ci auguriamo che ciò possa accadere.

Solo allora avvaloreremo che l'odierno slogan “cambiare il mondo si può” non sia stato solamente una trovata da propaganda elettorale, abbondantemente cosparsa di balsamo autoreferenziale.

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IL BICCHIERE.



Il recupero della Torre mozza è ora reale e non c'è motivo alcuno per non rallegrarsi dell'obiettivo conseguito.

Benché critici verso il Palazzo dimostreremmo assenza di buon senso se non riconoscessimo che per il turismo locale la Torre sarà un valore culturale; diamo merito a quanti si sono spesi per il raggiungimento di questo risultato.

E se non manifestassimo pubblicamente questo sentimento, perderemmo una favorevole occasione: -per testimoniare che “l'altro” non è avversario, da demonizzare sempre e comunque, né tanto meno nemico, ma semplicemente soggetto portatore di idee, alcune buone e altre meno e
-per ricordare che (come da altri autorevolmente sostenuto) le critiche, anche se non gradite, sono “il sale” della democrazia.

Non abbiamo preso parte comunque all'inaugurazione della Torre perché del bicchiere costituisce la superficie esterna legata unicamente all'immagine; per nostra innata propensione prestiamo interesse e attenzione “a come e di cosa” verrà riempito l' interno del bicchiere.

Parlando “di contenuti del bicchiere” e “di sale della democrazia” torna utile evidenziare che:

1. avevamo accolto in modo positivo l'istituzione dell'ufficio decentrato del servizio di stato civile in Rocca per la celebrazione dei matrimoni (delibera GC n° 55 del 7 giugno 2016) , ma se, come recentemente accaduto, per l'assenza di stanze disponibili nel palazzo di città diventasse prassi per celebrare i matrimoni comunque nella sede decentrata, quel giudizio va riveduto o meglio valutato.

2. il rifacimento quasi generalizzato dei marciapiedi della città manifesta una ventata di buona amministrazione, ma mette -ancora di più- in evidenzia l'impotenza o l'esistenza di un vincolo, che impedisce alla Giunta di dare attuazione alla sua prima decisione in materia, riguardante la costruzione di un marciapiede in via Pasubio (delibera n° 184 del 10 dicembre 2013).

3. l'assunzione delibera CC n° 2 del 22 febbraio scorso con la quale si recepiva il nuovo indirizzo legislativo in regime di accesso più ampio agli atti aveva data l'impressione che la trasparenza amministrativa si fosse maggiormente rafforzata nel Palazzo; purtroppo abbiamo direttamente appurato che così non è.
La nostra richiesta di ottenere copia delle dimissioni dell'ex assessore dott. Matteo Polo Friz avanzata tramite pec in data 26 settembre, rimane ancora inevasa nonostante il sollecito fatto in data 10 ottobre.

Che “gatta ci cova”, se fino ad oggi non si è neppure proceduto alla di Lui sostituzione a poco meno dii due mesi dalle rassegnate dimissioni ?


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Che tristezza !




La pubblicazione all'albo pretorio della delibera del CC n° 54 del 2 ottobre avente per oggetto:
LEGGE N. 106/2011 “PRIME DISPOSIZIONI URGENTI PER L’ECONOMIA” – RICHIESTA DI
AUTORIZZAZIONE AL RILASCIO DEL PERMESSO DI COSTRUIRE IN DEROGA RICHIESTO DA “LIDL ITALIA S.R.L.” PER INTERVENTO IN VIA VITTORIO VENETO ANGOLO VIA MONTE ZEDA DI PROPRIETA’ DELLA SOCIETA’ “FINBRICO S.R.L.” consente di svolgere altre ulteriori considerazioni che in precedenza non avevamo potuto fare, non avendo conoscenza del testo della proposta all'esame ed approvazione del Consiglio comunale.

A lettura avvenuta, confermiamo quanto già scritto prima sull'argomento sotto il titolo “La frittata” che, sul punto, non era in contrasto con la depositata proposta di non accogliere la richiesta della società “LDL Italia srl e della “Finbrico srl perché non rispondente alle finalità della legge n° 106/2011 e perché avrebbe compromesso “l'attuazione del piano particolareggiato vigente”.

Aldilà dall'aver fatto inserire nell'odg del Consiglio comunale un argomento (già etichettato come non accoglibile), ci chiediamo ora cosa abbia spinto il Sindaco a dichiarare -nel corso della discussione- che l'area verrà acquistata dal Comune.

Perché mai all'improvviso è emerso un interesse per quell'area, che il Comune riavrà con l'attuazione del Piano Particolareggiato vigente?

Per quale ragione un tale interesse non fu manifestato allorché - sotto elezioni- la Finbrico non rinnovò più il comodato d'uso dell'area, che il Comune da anni deteneva in possesso e benché questa decisione evidenziasse un grave pregiudizio per le uscite di sicurezza dell'attiguo complesso scolastico?

Non cogliamo al momento il senso e la logica sottesi in questo annuncio.

Se avevamo definito “frittata” l'inserimento dell'argomento in questione nell'odg del Consiglio comunale del 2 ottobre, la manifestata intenzione d'acquisto dell'area nel corso del dibattito consiliare ci spinge a pensare ora, addirittura, ad uno “pastrocchio”.

Che tristezza !

A procurarci una tale sofferenza è il voto compatto (sic!) espresso sul punto dalla maggioranza consiliare, che peraltro -a distanza di qualche giorno- segue quella causata dalla soppressione di due stalli di sosta in via Paleocapa avanti alla cartoleria Preti, che il Comune non ha neppure motivato in un atto pubblico.

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Sponsorizzazione e Trasparenza.



Sapere che altri cittadini, soprattutto se giovani, siano attenti a quanto accade sul territorio è fatto incoraggiante e motivo di per sé gratificante per continuare nell'impegno sociale in difesa della giustizia e della verità.

Ci riferiamo alle considerazioni emerse nei giorni scorsi, ma subito dopo rimosse, su un sito locale in merito alla soppressione di due posteggi davanti alla cartoleria Preti “storico esercizio commerciale locale” in via Paleocapa.

A prescindere dal pregiudizio dannoso procurato agli esercizi della via, che potrebbero rivendicarlo giudiziariamente, notorio è quanta sia elevata la domanda di sosta in quella parte di città, ove peraltro a poca distanza ci sono le Poste e alcune banche.

Abbiamo provato attraverso la consultazione degli atti in pubblicazione a conoscere le ragioni di questa scelta apparentemente insensata, ma non abbiamo trovato alcun provvedimento; eppure -a nostro giudizio- sarebbe stato quanto mai necessario farne conoscere ai cittadini il motivo, dal momento che è stata modificata “in peggio” per la collettività una situazione di mobilità automobilistica da tempo consolidata.

Il silenzio del Palazzo sul punto è grave, non è giustificabile e procura indirettamente pregiudizio anche all'immagine di altri soggetti.

Ad ogni buon conto, con volo pindarico, riteniamo utile evidenziare che il risultato delle sponsorizzazioni (sostantivo molto spesso usato nelle comunicazioni del Palazzo) si concretizza nella realizzazione di un'economia di bilancio totale o parziale, rispetto alla previsione di spesa -in relazione alla totale o parziale acquisizione del previsto risultato da parte dello sponsor - senza oneri per l'ente ( art. 2 comma primo, secondo periodo, del regolamento sulle sponsorizzazioni).

La vicenda sopra evidenziata offre lo spunto per richiamare l'attenzione -di chi ha orecchie per intendere- che per “ente” in senso lato si intende anche la “collettività”.

Cogliamo l'occasione per evidenziare che per l'Arco di Palmira, a differenza di quanto avvenuto per Aronairshow, non si conosce ancora il costo complessivo dell'evento e l'entità delle singole sponsorizzazioni.

I cittadini hanno il diritto di sapere chi siano stati i “benefattori” del Comune nella realizzazione di quell'iniziativa per aver modo, se del caso, di valutare singolarmente e discrezionalmente il successivo operato di chi l'amministra.

La trasparenza nella Pubblica Amministrazione, ci piace ricordarlo, non è un optional ma un diritto – dovere.

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La frittata.



La frittata politica ed amministrativa è stata fatta ed anche servita; alludiamo -in senso metaforico- ai due argomenti in materia urbanistica inseriti nell'odg del convocato Consiglio comunale di lunedì 2 ottobre pv.

Di questa -benché distanti dal locale cucina del Palazzo- cogliamo ugualmente l'odore sgradevole delle stoltezze con cui è stata preparata e servita dagli improvvisati cuochi della Lega Nord.

Prima stoltezza: mancanza di coerenza e di correttezza istituzionale.

Dopo mesi di incontri e confronti dell'Assessore all'urbanistica, oggi dimissionario, congiuntamente al Sindaco con tecnici e fiduciari dei soggetti economici che compaiono nello oggetto dei due argomenti sopra menzionati, il Consiglio Comunale ha approvato nella seduta del 18 ottobre 2011 l'atto n° 161 rendendo in tal modo operativo il Piano Particolareggiato Br 18 finalizzato soprattutto a riportare nella disponibilità del Comune l'area dell'ex campo sportivo di via Monte Zeda.

Il piano è ancora oggi valido, pur se resta in attesa di attuazione.

Con le due proposte odierne la evidenziata delibera verrebbe -di fatto- disattesa, senza aver anzitempo fatto conoscere ai cittadini le eventuali difficoltà sopraggiunte e senza aver proceduto conseguentemente alla revoca dello stesso piano.

Coerenza e correttezza avrebbero dovuto suggerire un comportamento maggiormente istituzionale nel difendere, in primo luogo, quella decisione alla cui formazione hanno preso parte consiglieri, che non rivestono più la qualifica, e nel riesaminare pubblicamente i limiti dell'allora proprio operato.

Seconda e terza stoltezza: spregiudicatezza e assenza di garbo istituzionale.

Sottoporre all'esame e all'approvazione dell'assemblea consiliare i due menzionati argomenti con l'assessore, che li ha studiati, approfonditi e proposti, dimissionario è un modo di operare -a dir poco- spregiudicato e privo di un pur minimo riguardo verso chi prossimamente sarà delegato a dare continuità a quell'operato.

Questi dovrà portare il peso della responsabilità dell'adottata decisione senza essere stato messo in condizione di assumerselo consapevolmente.

Rinviarne la trattazione dopo l'avvenuta nomina del nuovo assessore all'urbanistica non avrebbe comportato, sul piano pratico, alcunché di negativo verso la comunità e verso gli stessi proprietari delle due aree in questione.

Dal rinvio avrebbe tratto beneficio soprattutto ed unicamente la trasparenza operativa; ma questa assume valore solamente quando riguarda il comportamento degli altri e non quello proprio.

Quarta stoltezza: egocentrismo incontenibile

Il Sindaco
prima, temendo ripercussioni negative per le sue manifestate aspirazioni parlamentari, resiste alle proposte urbanistiche presentate dall'assessore collaboratore, che indispettito sbatte la porta, dimettendosi;
successivamente, dopo aver preso tempo con la manifestata pubblicamente intenzione di rivedere il carico delle deleghe del dimissionario e immaginando forse di poter ugualmente limitare i temuti danni, avalla le proposte urbanistiche pur di liberarsi di uno scomodo collaboratore.

Ancora pur essendo passati alcuni anni non si è spenta l'eco della nomina ad assessore del fratello nella rapida sostituzione di altro assessore critico nei suoi riguardi.

Lo scontro -questa volta- tutto interno alla Lega Nord non è fatto assolutamente di poco conto, sotto il profilo politico locale.

* postato in aronanelweb

E se...

Sono trascorsi quasi 20 giorni da quando (durante l'incontro della Maraini con LETTA in piazza San Graziano) è iniziata a circolare la voce delle dimissioni dell'assessore Matteo Polo Friz; e nessuna notizia in merito alla sua sostituzione è stata diramata ancora dal Palazzo, fatto salvo che il suo nome non compare più nel frontespizio delle delibere adottate già nella seduta del 12 settembre e risulta anche assente nella delibera n° 94 del 5 settembre che pure riguarda la viabilità, materia a lui delegata.

Dalla stampa locale, che ne ha dato notizia nelle settimane scorse, abbiamo appreso l'intenzione del Sindaco di ricontattare il dimissionario per alleggerirgli il carico delle deleghe, dal momento che all'origine della decisione vi era un sovra carico di lavoro tra quello istituzionale e quello aziendale svolto all'estero.

Anche se l'eventuale avvicendamento o redistribuzione delle deleghe non cambia il quadro politico locale, le dimissioni del dr. Polo Friz assumono comunque rilevanza pubblica perché il motivo vero potrebbe risalire ad una differente visione urbanistica fra delegato e delegante in relazione alla destinazione urbanistica dell'area dell'ex campo sportivo di via monte Zeda, ancora di proprietà privata.

E' corsa infatti voce nei mesi scorsi di un possibile trasferimento in quest'area di un supermercato già presente in territorio aronese; e se fosse questo il pomo della discordia!!!

Aspettiamo comunque di vedere convocato prossimamente il Consiglio comunale e tutto sarà chiaro perché, in quella sede, il Sindaco dovrà pur fare una comunicazione istituzionale riguardo alle dimissioni.

* già postato in aronanelweb

L'incubo.



Appena dopo il mortale incidente di via Gen. Chinotto di fine agosto, il Sindaco si premurò a segnalare pubblicamente che l'incarico per uno studio di fattibilità tecnica del nodo viario tra via Chinotto – via 2 giugno e via Bixio era stato già affidato, dando in tal modo l'impressione di volersi -quasi inconsciamente- liberare dallo spettro di un incubo per un coinvolgimento -pur indiretto- nella responsabilità di quel gravissimo incidente stradale, o di allontanarlo almeno in parte con il coinvolgimento anche del professionista incaricato.

Abituati -ormai da anni- a verificare le notizie che provengono dal Palazzo, abbiamo accertato che il 31 gennaio scorso con Determina Dirigenziale n° 27/2017 era stato affidato l'incarico in questione e che l'esigibilità della sua obbligazione giuridica era stata fissata a far tempo dal 31 dicembre prossimo.

Il lettore -come noi- starà pensando che 11 mesi per una progettazione di massima era un tempo fin troppo eccessivo e che conseguentemente per la realizzazione dell'opera il tempo restava indeterminabile.

Avendo l'Amministrazione -per altre attività- dato prova di dinamismo ed efficientismo è dunque logica conseguenza dedurne:
- che per la Stessa il nodo viario in questione non presentava il carattere dell'urgenza e dell'indifferibilità e
- che l'affidamento di quell'incarico mirava verosimilmente a non prestare il fianco ad alimentazioni di critiche non gradite.

Queste deduzioni traggono fondatezza nel rinvenuto verbale di deliberazione del Consiglio comunale, per il tramite del sito istituzionale, n° 14 del 19 aprile 2016.

Leggendone il testo è stato facile ricordare che su quel tratto di strada qualche tempo prima era avvenuto un 'altro grave incidente, in relazione al quale cittadini della zona avevano già chiesto la realizzazione di una rotatoria.

Va da sé che l'Amministrazione avrebbe dovuto già per questo solo fatto prestare particolare attenzione nel fissare i tempi di esigibilità della prestazione professionale richiesta.

Se poi, come emerge dall'allegato 2 della richiamata deliberazione, il Sindaco aveva mostrato di conoscere bene la zona: c'è una scuola. C'è la “Anna Frank”, c'è l'uscita dei ragazzi.....Perchè loro lì, tra l'altro, vanno a piedi, dalla “Anna Frank” vanno a piedi in palestra e quindi devono attraversare via Gen. Chinotto , via Nino Bixio, quell'ampio spazio temporale per l'esigibilità dello studio di fattibilità assume notevole rilevanza e rende a posteriori comprensibile la solerzia del Sindaco nel comunicare l'avvenuto affidamento dell'incarico professionale.

Ed evidenziamo pubblicamente che sarebbe bene conoscere se, in occasione dell'apertura del nuovo anno scolastico, il Sindaco abbia trovato il coraggio
- a distanza di oltre un anno dalla manifestata consapevolezza dell'esistenza di un pericolo incombente in quel nodo viario,
- con una soluzione viabile ancora non definita e tempi di realizzazione non ipotizzati e neppure ipotizzabili,
- con il ricordo ancora vivo del funesto sinistro stradale recentemente verificatosi,
per dare al Consiglio comunale dei ragazzi , che a suo dire aveva chiesto la rotatoria, una giustificazione credibile o abb

Appena dopo il mortale incidente di via Gen. Chinotto di fine agosto, il Sindaco si premurò a segnalare pubblicamente che l'incarico per uno studio di fattibilità tecnica del nodo viario tra via Chinotto – via 2 giugno e via Bixio era stato già affidato, dando in tal modo l'impressione di volersi -quasi inconsciamente- liberare dallo spettro di un incubo per un coinvolgimento -pur indiretto- nella responsabilità di quel gravissimo incidente stradale, o di allontanarlo almeno in parte con il coinvolgimento anche del professionista incaricato.

Abituati -ormai da anni- a verificare le notizie che provengono dal Palazzo, abbiamo accertato che il 31 gennaio scorso con Determina Dirigenziale n° 27/2017 era stato affidato l'incarico in questione e che l'esigibilità della sua obbligazione giuridica era stata fissata a far tempo dal 31 dicembre prossimo.

Il lettore -come noi- starà pensando che 11 mesi per una progettazione di massima era un tempo fin troppo eccessivo e che conseguentemente per la realizzazione dell'opera il tempo restava indeterminabile.

Avendo l'Amministrazione -per altre attività- dato prova di dinamismo ed efficientismo è dunque logica conseguenza dedurne:
- che per la Stessa il nodo viario in questione non presentava il carattere dell'urgenza e dell'indifferibilità e
- che l'affidamento di quell'incarico mirava verosimilmente a non prestare il fianco ad alimentazioni di critiche non gradite.

Queste deduzioni traggono fondatezza nel rinvenuto verbale di deliberazione del Consiglio comunale, per il tramite del sito istituzionale, n° 14 del 19 aprile 2016.

Leggendone il testo è stato facile ricordare che su quel tratto di strada qualche tempo prima era avvenuto un 'altro grave incidente, in relazione al quale cittadini della zona avevano già chiesto la realizzazione di una rotatoria.

Va da sé che l'Amministrazione avrebbe dovuto già per questo solo fatto prestare particolare attenzione nel fissare i tempi di esigibilità della prestazione professionale richiesta.

Se poi, come emerge dall'allegato 2 della richiamata deliberazione, il Sindaco aveva mostrato di conoscere bene la zona: c'è una scuola. C'è la “Anna Frank”, c'è l'uscita dei ragazzi.....Perchè loro lì, tra l'altro, vanno a piedi, dalla “Anna Frank” vanno a piedi in palestra e quindi devono attraversare via Gen. Chinotto , via Nino Bixio, quell'ampio spazio temporale per l'esigibilità dello studio di fattibilità assume notevole rilevanza e rende a posteriori comprensibile la solerzia del Sindaco nel comunicare l'avvenuto affidamento dell'incarico professionale.

Ed evidenziamo pubblicamente che sarebbe bene conoscere se, in occasione dell'apertura del nuovo anno scolastico, il Sindaco abbia trovato il coraggio
- a distanza di oltre un anno dalla manifestata consapevolezza dell'esistenza di un pericolo incombente in quel nodo viario,
- con una soluzione viabile ancora non definita e tempi di realizzazione non ipotizzati e neppure ipotizzabili,
- con il ricordo ancora vivo del funesto sinistro stradale recentemente verificatosi,
per dare al Consiglio comunale dei ragazzi , che a suo dire aveva chiesto la rotatoria, una giustificazione credibile o abbia glissato del tutto l'argomento, ben sapendo che i ragazzi sono poco attenti, e fortunatamente ancora disinteressati, alle vicende politiche che appassionano gli adulti.

Pur pensando che la citazione del Consiglio Comunale dei ragazzi, fatta dal primo cittadino nel corso della seduta consiliare del 19 aprile dello scorso anno, sia stata casuale nelle tante parole dette per banalizzare -come d'abitudine-l'iniziativa consiliare degli avversari, ribadiamo (avendolo già fatto in altra occasione) pubblicamente:
- se il sale perde di sapore. che sale è ovvero
- se l'Amministratore comunale perde di credibilità, che Amministratore è.

Ma, considerato che il 45,91% degli elettori non è andato a votare nell'ultima consultazione amministrativa del 2015, spetta alla stessa collettività interrogarsi sul perché dei numerosi incidenti stradali mortali e non, avvenuti in città nel corso di questi due ultimi cicli amministrativi.

Diversamente dal caso biblioteca, sulla viabilità cittadina non c'è stata alcuna reazione emotiva per allontanare da sè il grave peso di una responsabilità morale per ignavia politica e/o amministrativa, a fronte di una fiducia tradita in relazione a promesse “a volte” molto enfatizzate (forse riuscite?) e altre “solamente” specchietti per allodole (appunto per giustificarsi).
ia glissato del tutto l'argomento, ben sapendo che i ragazzi sono poco attenti, e fortunatamente ancora disinteressati, alle vicende politiche che appassionano gli adulti.

Pur pensando che la citazione del Consiglio Comunale dei ragazzi, fatta dal primo cittadino nel corso della seduta consiliare del 19 aprile dello scorso anno, sia stata casuale nelle tante parole dette per banalizzare -come d'abitudine-l'iniziativa consiliare degli avversari, ribadiamo (avendolo già fatto in altra occasione) pubblicamente:
- se il sale perde di sapore. che sale è ovvero
- se l'Amministratore comunale perde di credibilità, che Amministratore è.

Ma, considerato che il 45,91% degli elettori non è andato a votare nell'ultima consultazione amministrativa del 2015, spetta alla stessa collettività interrogarsi sul perché dei numerosi incidenti stradali mortali e non, avvenuti in città nel corso di questi due ultimi cicli amministrativi.

Diversamente dal caso biblioteca, sulla viabilità cittadina non c'è stata alcuna reazione emotiva per allontanare da sè il grave peso di una responsabilità morale per ignavia politica e/o amministrativa, a fronte di una fiducia tradita in relazione a promesse “a volte” molto enfatizzate (forse riuscite?) e altre “solamente” specchietti per allodole (appunto per giustificarsi).

* già postato in aronanelweb

A parti invertite.



Ancor prima dell'esodo ferragostano:

> Apprezzamento andava espresso al ripensamento dell'Amministrazione di tenere la seduta consiliare del 31 luglio scorso nel Palazzo comunale, sede istituzionale per antonomasia per lo svolgimento di queste riunioni, anziché in piazza San Graziano (presumibilmente sotto l'Arco); poco conta se avvenuto non in modo spontaneo e con motivazione apparentemente elusiva.

L'art. 22 del regolamento di funzionamento del Consiglio Comunale ammette che le sedute consiliari possano tenersi fuori dalla sede di via San Carlo ma nulla dice sulle sedute all'aperto; da subito avrebbe dovuto prevalere il principio generale che il legislatore (in questo caso il Consiglio) se l'avesse voluto, allorché lo modificò, l'avrebbe esplicitato (evidentemente l'assenza delle condizioni tecno-organizzativi era già manifesta ed evidente al legislatore di allora).

Visto che la presenza del pubblico si era assai ridotta nelle ultime sedute itineranti del Consiglio comunale quel ripensamento sarà stato certamente sofferto per chi sperava nel fascino attrattivo di quel prototipo architettonico per avere una vasta platea di ascoltatori.

Se poi, pur nella dialettica politica -post consiglio-, si alimentano con perfidi elogi spaccature in seno all'opposizione, peraltro già evidenti e ben note all'opinione pubblica, il livello qualitativo della politica locale si abbassa notevolmente ed inevitabilmente la frequentazione delle persone alle sedute consiliari tende sempre più a ridursi.

Al rientro in Arona, abbiamo appreso dell'annegamento avvenuto a ferragosto alla foce del torrente Vevera e della dialettica sviluppatasi sull'inosservanza dell'ordinanza sul divieto di balneazione, pubblicata in plurilingue; conveniamo che (gaffa a parte del V.S.) la responsabilità non è riconducibile direttamente all'Autorità Comunale; a questa da tempo contestiamo, restando in tema di sedute consiliari, la volontà di sovvertire riti istituzionali consolidati per frivole ragioni estranee all'ordinamento comunale, la cui semenza, se dovesse attecchire nel tessuto urbano, innescherà processi formativi poco virtuosi, che non lascerebbero ben sperare.

> La nostra attenzione era stata anche attratta dalla Determina Dirigenziale n° 299/2017 con la quale si impegnano poco più di 6 mila euro per “verificare e valutare la possibilità di modificare la viabilità interna al territorio comunale al fine di rendere più scorrevole il traffico veicolare soprattutto nelle ore di punta in uscita dal centro cittadino, realizzando un doppio senso in via Liberazione”.

Dopo le critiche piovute da più parti, abbandonando la ben nota protervia, l'Amministrazione si accingerebbe a “rimediare il rimediabile” nel campo della viabilità; cosa non di poco conto per chi tiene alla propria immagine.

Benché la prospettata soluzione viabile sia stata sollecitata anche da noi, la stessa non sanerà la grave disfunzione procurata alla circolazione cittadina con la soppressione del doppio senso di circolazione in corso Marconi poiché il sistema viabile già in precedenza dava segni di scarsa tenuta soprattutto nelle festività d'inizio primavera e nel periodo estivo.

Non necessita dunque avere le doti di Pico della Mirandola per comprendere che la soluzione del nuovo assetto viabile, sin da ora, si presenta come “misura tampone” e non sarà in grado di assopire totalmente il malumore diffuso.

Verosimilmente per distrarre l'attenzione dei cittadini dai problemi reali della viabilità, l'inquilino SO del Palazzo , dopo la pubblicazione della menzionata determina dirigenziale, non si è lasciata sfuggire -a fine luglio- l'occasione di annunciare grandi progetti di sviluppo per la Rocca, benché dell'omonimo sito sia “semplice comodatario”.

La famiglia Borromea, comodante del sito, non sarebbe stata sicuramente contraria alle innovazioni prospettate e ben volentieri, a suo tempo, formulerà calorosi ringraziamenti per l'arricchimento patrimoniale conseguito nel corso del comodato.


In questa fattuale inversione delle parti nel contratto di comodato della Rocca, la collettività colta di sorpresa si domanda se non fosse stato più utile -già da tempo- impegnare le risorse energetiche di cui l'Amministrazione dispone per migliorare il punto d'intersezione della rampa con il Sempione: vero collo di bottiglia nella viabilità cittadina.

Così come sarebbe stato atto “dovuto” ed anche molto apprezzato sfoderare queste energie in occasione della chiusura dell'ospedale, ma così purtroppo non è stato.

Confidiamo che soldi dei cittadini aronesi non vengano distratti per l'inseguimento del manifestato sogno inerente La Rocca, ad iniziare dal comunicato stampa su “La Rocca di Arona: presentato il progetto di valorizzazione delle mura” diramato il 27 luglio su carta intestata con il logo del Comune a firma di Alessia Bianchi Group.

Dalla Determinazione Dirigenziale n°264/2017, adottata su espresso indirizzo della Giunta, emerge purtroppo che il rapporto con lo sponsor, il cui nome viene riportato in calce a quel comunicato, si era già esaurito; se così non fosse, sarebbe assolutamente bene e necessario rendere trasparente, anche a posteriori, il motivo vero dell'indirizzo della Giunta fornito nella seduta del 20 giugno ca.

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SEMPRE più LEGA-TI.



Sarebbe -quasi sicuramente- passata inosservata l'adesione alla Confederazione delle Provincie e dei Comuni del NORD con sede a Bergamo, decisa dal Consiglio Comunale nella seduta del 20 giugno us davanti a uno sparuto pubblico, nonostante l'oculata scelta della sede dell'AIB a Montrigiasco, se “la Stampa” non avesse messo in evidenza la posizione dei gruppi di minoranza, decisamente critica quella dei tre consiglieri riconducibili alla Lista Civica e quella più morbida dei due riconducibili a FI.

Questa adesione, che connatura ancor più politicamente l'Amministrazione, darebbe credito -a distanza di giorni- all'ipotesi (fantasiosa o realistica che sia) di quanti hanno intravisto una sottotraccia politica negli incontri della delegazione comunale con gli italiani residenti nella Grande Mela, stante la sua acclarata appartenenza alla LEGA NORD.

Dalla delibera consiliare n° 37 del 20 giugno scorso di approvazione dell'adesione alla menzionata Confederazione, in pubblicazione dal 5 luglio, apprendiamo che il Sindaco per evitare strumentalizzazioni politiche si è fatto carico personalmente (ovviamente sino a quando resta in carica) al pagamento della quota associativa annuale, che risulta quantificata in circa € 700,00 (€ 0,20 per abitante) e l'adesione è a tempo indeterminato salvo disdetta.

Poiché il Palazzo già in passato ha fatto riferimento alla “non onerosità per le finanze del Comune” (in modo assai provocatorio e paradossale in occasione dell'off shore) una simile scelta non ci avrebbe sorpreso; la sorpresa sta nell'averla letta su una delibera pubblicata e per la prima volta.


Per noi cittadini, che seguiamo le vicende del Palazzo, era diventato infatti comportamento conseguenziale: cercare di capire se tutto avvenisse alla luce del sole, come imporrebbe il principio della trasparenza.

A questa logica non si è sottratta la menzionata trasferta americana della delegazione comunale, che affrontiamo di seguito.

Con messaggio appostato sulla rete a fine maggio il Sindaco annunciò d'aver ricevuto dai dirigenti dell'Institute for digital Archaelogy (IDA) un invito a partecipare alla cerimonia del 1° giugno da loro organizzata al Consolato italiano a New York, precisando che “nessuna spesa del viaggio” sarebbe stata posta a carico della città senza indicare però chi se ne sarebbe fatto carico.

Se l'invito degli inglesi era apparso ineccepibile come scambio di cortesia per l'ospitalità ricevuta in occasione della presentazione dell'Arco di Palmira, la puntualizzazione sulla non onerosità del viaggio era sembrata elusiva, una mezza verità che non dava luce.

Poiché “l'invito” poteva di per sé non comprendere le spese di viaggio, esplicitarne il sostenitore sarebbe servito a rendere maggiormente manifesta la compatibilità tra viaggio e dichiarazione.

Per l'uomo pubblico la trasparenza del proprio operare si manifesta e coincide con la verità dei fatti nella loro totalità.

Ricordarlo sembra persino banale, ma l'accaduto dimostra che non lo sia; come non è banale evidenziare che nel sito istituzionale del Comune, abbiamo visionato diversi impegni di spesa riguardanti l'Arco di Palmira, fra cui € 39.113,20 per l'installazione di luci e musiche d'arte, € 10.000,00 per la vigilanza armata, non abbiamo trovato quello per il suo trasporto e montaggio/smontaggio; i cittadini pertanto ignorano chi abbia sostenuto questo costo e a quanto ammonti.

Fra le delibere pubblicate non c'è ne una sull'Arco di Palmira con la quale la Giunta, stante la rilevanza non solamente promozionale dell'evento, abbia fornito ai dirigenti indirizzi gestionali maggiormente mirati, rispetto alle descrizioni predefinite e rituali del P.E.G. (piano esecutivo gestionale), e finalizzati a far meglio seguire e capire ai cittadini il fare del Palazzo, mostrando in tal modo di avere particolare attenzione verso quest'ultimi.

Sicché i cittadini nulla sanno ancora oggi dei rapporti intercorsi con l'IDA e si sentono sudditi indegni per non essere messi a conoscenza dell'ammontare delle sponsorizzazioni, neppure leggendo che l'impegno di spesa, assunto con l'atto in visione, esula dalle limitazioni delle spese di rappresentanza perché sono state acquisite diverse sponsorizzazioni.

Il motivo della mancata adozione di una simile delibera d'indirizzo è riconducibile al fatto che i cittadini non costituiscono costantemente punto di riferimento per il Palazzo, lo diventano solamente quando i suoi inquilini promuovono la propria immagine o rimuovono il sottilissimo velo che l'offusca, come dimostra il comunicato stampa diffuso dal Comune sulla “lectio magistralis” di Vittorio Sgarbi.

Ce n'è quanto basta perché anche i simpatizzanti più accaniti riflettano su questo modo di fare.

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martedì 2 gennaio 2018

Responsabilità morale.



La notizia dell'incidente in via Gramsci prima e ora del decesso della persona investita ci ha procurato e procura un profondo dolore per entrambi i soggetti coinvolti, le cui responsabilità sono al vaglio degli inquirenti, ma anche tanta rabbia perché da semplici cittadini di buon senso ci eravamo spesi a dissuadere il Comune dal posizionare il cordolo a centro della carreggiata di Corso liberazione con una lettera aperta al Sindaco, appostata in questo sito in data... ,.

A Lui avevamo attribuito quantomeno sotto il profilo morale la responsabilità di ogni danno che fosse accaduto a persona e/o cosa in conseguenza del posizionamento -irragionevole, non utile e di pregiudizio all'incolumità delle persone, di quel cordolo in prossimità dell'innesto di via Gramsci.

Solo chi è abituato a non farsi carico dei problemi degli “altri” poteva non accorgersi che l'intervento in quel punto avrebbe dovuto mirare solamente a scoraggiare la svolta a sinistra (infrazione sanzionata dal codice della strada) e non a posizionare altri manufatti che a loro volta sono di pregiudizio per l'incolumità altrui (se in quella circostanza ci riferivamo in particolare modo ai ciclisti, prendiamo purtroppo atto che avremmo dovuto includere anche i pedoni per la confusione che in loro avrebbero potuto creare).

E poiché non siamo abituati a fare “gli struzzi” avvertiamo la necessità di puntare il dito sulla viabilità, la cui ristrutturazione enfaticamente denominata “sicuri per Arona” viene, da due anni , continuamente funestata dal decesso di vite umane, e per di più in ore diurne.

Sarebbe ora, anzi è già troppo tardi, che gli inquilini del Palazzo si ponessero delle domande e cominciassero a confrontarsi democraticamente per non portare anche loro il peso della responsabilità di non aver fatto nulla per evitare o scongiurare altri possibili incidenti.

Aldilà delle visioni strategiche sullo sviluppo sociale in generale, sulle quali la popolazione non sembra abbia titolo ad esprimersi e per le quali non vengono forniti gli strumenti, pur rudimentali, ma necessari per verificare la loro efficacia, le domande su cui confrontarsi, terra terra, non possono che essere:

- viale Marconi (arbitrariamente modificato con non poca spesa), pur totalmente pedonalizzato, non sarebbe stato più bello e sicuro se fosse rimasto largo come all'inizio del 2015 ?

- in viale Baracca, che da troppo tempo è ormai un cantiere a cielo aperto e ove è stata messa a dura prova la pazienza degli abitanti,
a) in cosa consistono le migliorie della viabilità se le moto transitano ora sul marciapiede?
b) il posizionamento di tutti quei fittoni era proprio utile?

- perché non estendere il doppio senso di circolazione anche al primo tratto di corso Liberazione?, la cui mancanza obbliga gli automobilisti a circumnavigare la città per andare dal centro in via Milano.

-La segnaletica stradale è carente in molti punti della città: a quando un adeguamento (ragionevole)?

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L'Aquilone.




“C'è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi di antico;”

Questo verso del Pascoli parrebbe incipit appropriato per avviare e sviluppare una riflessione sulla “convenzione” che, quella con la Pro Loco in particolare, costituisce in ambito comunale sicuramente “qualcosa di nuovo oggi”, anzi “di antico” considerato che -come istituto giuridico e strumento di lavoro- già in precedenza era stato utilizzato dalla stessa Amministrazione comunale.

Oggetto della riflessione non è il suo contenuto, che pure si presterebbe ad essere criticamente commentato a partire dall'art. 2 disciplinante -in modo assai generico- il tacito rinnovo; come non lo sarebbe neppure il contenuto dell'altra convenzione con l'AIB, dalla quale emerge “come controparte” il profilo di un'Azienda fornitrice di prestazione di servizi piuttosto che di Associazione di volontariato.

E non essendo “fatto assolutamente casuale” che entrambe le convenzioni siano state approvate dalla G C nella seduta del 9 maggio, numerate rispettivamente con il n° 52 quest'ultima e con il n° 55 quella della Pro loco, la riflessione verte a rendere manifesto il movente recondito delle due scelte al fine di evitare che dalla condivisibile narrativa di entrambe le delibere il lettore sia indotto a chiedersi perché mai abbiano atteso -irragionevolmente- così tanto tempo per adottarle.

Dopo le critiche mosse per anni alla determinazione ed attribuzione di contributi da parte della Giunta mediante semplici atti d'indirizzo interni (privi di motivazione e non pubblicati all'albo), sarebbe stato persino gratificante poter considerare oggi le convenzioni “punto d'arrivo” di un processo di maturazione istituzionale.

Se così fosse stato il 9 maggio sarebbe stata adottata, come peraltro emerge da un parere della Sezione Lombarda della Corte dei Conti, anche una terza convenzione, quella con l'altra Associazione di volontariato “La Rocca nel cuore”, utile a rendere pubblicamente manifesto “chi fa che cosa” nell'omonimo sito, ove sembrerebbe che diverse prestazioni si sovrappongono fra i diversi soggetti operanti.

Chissà che venga fatto questo regalo alla collettività dopo gli “incontri della speranza” avuti nella Grande Mela dalla nostra delegazione comunale?

Per cui le due convenzioni approvate rispondono unicamente alla necessità di non incorrere possibilmente in responsabilità contabili, perché diversamente l'elargizione di quelle somme (100 mila euro per la Pro Loco e 40 -20+20- mila per l'AIB) comporterebbe pesanti rischi finanziari.

Se le convenzioni rappresentano comunque “qualcosa di nuovo “, dalla delibera n° 57 del 16 maggio scorso, avente per oggetto “Determinazione tariffe vendita gadget saponette I Love Arona. Anno 2017” emerge per contro “un modo di fare” assomigliante -in senso figurativo- al volteggiare dell'aquilone sospinto dal vento che non si sa da dove venga e dove vada.

Visto che il prezzo e le altre condizioni erano già stati fissati dalla direttiva richiamata, pur se non pubblicata all'albo pretorio, non si comprende bene se questa delibera sia finalizzata:
- a pubblicizzare ulteriormente i gadgets saponette e/o più semplicemente
- per far conoscere al pubblico che ad Arona come a Roma -nell'assumere le decisioni- si presta attenzione al grado di parentela.

C'è da sperare:
- che la spesa dell'acquistato registratore di cassa, diversamente da quanto avvenuto per l'acquisto della macchina traccialinee stradali -inutilizzata-, venga almeno ammortizzata.

Cosi come infine c'è d'augurarsi
- che gli atti del Comune conseguenti alla -ormai prossima- cessazione di Equitalia vengano assunti con criteri trasparenti e la scelta definitiva “del nuovo soggetto” riscuotitore di tasse e multe sia sottratta all'incontrollabile soffiare del vento.

*già postato in aronanelweb