sabato 19 settembre 2015

SANITA' PUBBLICA ARONESE senza nume tutelare.


L
La stampa locale ha dato notizia, nei giorni scorsi, della visita fatta al CAP, a fine agosto, dall'assessore regionale alla sanità SAITTA e dal direttore generale dell'ASL di Novara GIACOLETTO, e dell'incontro da questi avuto con gli amministratori locali, nel corso del quale è stata data per certa l'istituzione, per fine anno, dell'Hospice per i malati terminali.
Non abbiamo colto dalle fonti giornalistiche consultate che all'incontro fossero presenti Rappresentanti della Conferenza dei Sindaci del Distretto Sanitario, che pure tanta parte avevano avuto nel recepire e sostenere l'Ordine del Giorno, approvato all'unanimità dal Consiglio Comunale nella seduta del 27 novembre 2014, a sostegno della raccolta di firme promossa dall'Associazione "La Scintilla" per l'istituzione in Arona di detto servizio sanitario.

Su questa assenza "presunta" non avendo notizia di prima mano, non esprimiamo alcun giudizio e ci limitiamo a riportare l'incipit "come dice un proverbio africano,se vuoi correre veloce vai da solo,se vuoi andare lontano devi farlo insieme" di un libro già in libreria da qualche mese, scritto da un noto politico nazionale.

Nel corso dell'incontro pare sia stata data indicazione di "dare maggiore diffusione alla conoscenza dei servizi erogati dal CAP aronese, volendo la Regione esportare questo sperimentato modello di sanità in altre realtà regionali.

Non risulta, per contro, che nell'intercorso scambio di idee sia stato ipotizzato di utilizzare gli spazi che offre l'ex struttura ospedaliera per lo sviluppo di un'area di attività libero-professionale "inframuraria" da affiancare all'attività istituzionale del Servizio Sanitario Nazionale, che da sola rafforzerebbe la capacità competitiva non soltanto per quanto attiene ai servizi già erogati e finanziati dal SSN, ma anche più in generale dell'offerta di servizi sanitari.

Se allargato l'incontro ad altri Rappresentanti della Conferenza dei Sindaci avrebbe, forse, garantito una più ampia prospettiva e di "andare lontano" come indica il proverbio africano.

Garantire ai medici in formazione specialistica operanti nell'ambito territoriale di competenza dell'ASL di Novara il diritto di esercitare la libera professione "inframuraria" rappresenterebbe una risposta più adeguata alla domanda sanitaria pubblica perché il personale medico, individualmente o in équipe, svolgerebbe fuori dell'orario di lavoro, in regime ambulatoriale, attività di diagnosi strumentale e di laboratorio, di piccoli interventi chirurgici che non richiedono l'occupazione di un posto letto (day hospital e/o day surgery) e di ricovero ordinario, sia nelle strutture ospedaliere che in quelle disponibili sul territorio, in favore e su scelta dell'assistito e con oneri a carico dello stesso o di assicurazioni o dei fondi integrativi del SSN; inoltre consentirebbe al SSN una più adeguata utilizzazione delle proprie strutture e delle proprie attrezzature, e una miglior ottimizzazione dei costi della struttura stessa.

Non risulta che sia stata avanzata neppure la richiesta di eliminare, per gli assistiti dal SSN, il pagamento del previsto ticket trattandosi di attività, qualificata con il codice bianco, che i medici di base impegnati nel serivizio avrebbero dovuto già svolgere nei propri ambulatori. Un'attenzione nei confronti dell'utenza,  che non metterebbe a rischio il conto economico del servizio.

Il nostro plauso e sostegno a chi si spenderà in questa direzione.