venerdì 9 ottobre 2015

Il tempo del pensiero


Di furti avvenuti in città un tempo si aveva sentore durante il periodo del tredicino, oggi non passa settimana senza che la stampa locale ne dia notizia, al punto che la cronaca del fatto attrae poco l'attenzione del lettore.

La chiusura obbligatoria di un bar in corso Marconi a causa di una rissa non ben precisata è notizia di qualche settimana fa non ha destato più di tanto curiosità.

La notizia che baby falsari aronesi riproducono il documento di riconoscimento, alterando l'età per garantirsi e garantire ai loro coetanei la frequentazione notturna negli esercizi pubblici della movida ci ha proiettato però in una realtà assolutamente nuova, ben aldilà dell'immaginabile.

Che il tessuto sociale sia in generale declino e che certi valori fondamentali si stiano perdendo è cosa ben nota, com'è altrettanto risaputo che i giovani d'oggi, avendo a disposizione mezzi tecnologici in continua evoluzione ed espansione, godano di maggiore perspicacia, intuizione, fantasia dei loro coetanei di ieri e che sono portati di riflesso a percorrere sentieri nuovi e non praticati nel passato; sicché non è casuale e non deve destare sorpresa che affiori un certo disagio giovanile.

Urge, di conseguenza, vigilare con attenzione perché questo malessere resti isolato in episodi marginali e che nella collettività continuino a fiorire azioni positive come quelle di quanti hanno concorso al recente successo del “teatro sull'acqua”, consentendo di far conoscere Arona, fuori dall'ambito regionale, non solamente per le bellezze ambientali (in aggiunta alle altre del volontariato già attivo nella realtà aronese).

Le Forze dell'Ordine e la Magistratura, nei fatti sopra richiamati, svolgono una funzione che ha natura repressiva e punitiva se dovessero accertare eventuali reati, ma non sono preposte a curare il malessere da cui hanno avuto origine.

Compete alla Civica Amministrazione curarlo ed evitarne la diffusione; ma occorre ancora prima diagnosticare le cause, per cui varrebbe la pena che l'Amministrazione investisse qualche euro in questa direzione.

Non si rivelerà spesa inutile perché le conseguenze di questo disagio hanno fatto già sentire il loro peso negativo sul bilancio comunale e lo faranno sempre di più, se anzitempo non si correrà al riparo.

Purtroppo gli accadimenti si susseguono con una velocità tale che diventa persino difficile trovare il tempo per pensare a ciò.

Scrutare, capire e conoscere le origini del disagio giovanile è segno di responsabilità civica, e il Comune per le sue finalità istituzionali è la prima agenzia educativa sul territorio, anche se per l'Amministrazione in carica la comunicazione promozionale di simile attività, meramente conoscitiva, non si presta alla spettacolarizzazione.

E poiché in Comune esistono già professionalità qualificate operanti nel settore ci asteniamo dal fornire indicazioni per l'attivazione di un tavolo di lavoro, limitandoci a segnalare solamente che intorno allo stesso devono sedere i responsabili (o loro delegati) delle realtà sociali più rappresentative operanti sul territorio.