Di furti avvenuti in città un tempo si aveva sentore durante il
periodo del tredicino, oggi non passa settimana senza che la stampa
locale ne dia notizia, al punto che la cronaca del fatto attrae poco
l'attenzione del lettore.
La chiusura obbligatoria di un bar in corso Marconi a causa di una
rissa non ben precisata è notizia di qualche settimana fa non ha
destato più di tanto curiosità.
La notizia che baby falsari aronesi riproducono il documento di
riconoscimento, alterando l'età per garantirsi e garantire ai loro
coetanei la frequentazione notturna negli esercizi pubblici della
movida ci ha proiettato però in una realtà assolutamente nuova,
ben aldilà dell'immaginabile.
Che il tessuto sociale sia in generale declino e che certi valori
fondamentali si stiano perdendo è cosa ben nota, com'è altrettanto
risaputo che i giovani d'oggi, avendo a disposizione mezzi
tecnologici in continua evoluzione ed espansione, godano di maggiore
perspicacia, intuizione, fantasia dei loro coetanei di ieri e che
sono portati di riflesso a percorrere sentieri nuovi e non praticati
nel passato; sicché non è casuale e non deve destare sorpresa che
affiori un certo disagio giovanile.
Urge, di conseguenza, vigilare con attenzione perché questo malessere
resti isolato in episodi marginali e che nella collettività
continuino a fiorire azioni positive come quelle di quanti hanno
concorso al recente successo del “teatro sull'acqua”, consentendo
di far conoscere Arona, fuori dall'ambito regionale, non solamente
per le bellezze ambientali (in aggiunta alle altre del volontariato
già attivo nella realtà aronese).
Le Forze dell'Ordine e la Magistratura, nei fatti sopra richiamati,
svolgono una funzione che ha natura repressiva e punitiva se
dovessero accertare eventuali reati, ma non sono preposte a curare
il malessere da cui hanno avuto origine.
Compete alla Civica Amministrazione curarlo ed evitarne la
diffusione; ma occorre ancora prima diagnosticare le cause, per cui
varrebbe la pena che l'Amministrazione investisse qualche euro in
questa direzione.
Non si rivelerà spesa inutile perché le conseguenze di questo
disagio hanno fatto già sentire il loro peso negativo sul
bilancio comunale e lo faranno sempre di più, se anzitempo non si
correrà al riparo.
Purtroppo gli accadimenti si susseguono con una velocità tale che
diventa persino difficile trovare il tempo per pensare a ciò.
Scrutare, capire e conoscere le origini del disagio giovanile è
segno di responsabilità civica, e il Comune per le sue finalità
istituzionali è la prima agenzia educativa sul territorio, anche se
per l'Amministrazione in carica la comunicazione promozionale di
simile attività, meramente conoscitiva, non si presta alla
spettacolarizzazione.
E poiché in Comune esistono già professionalità qualificate
operanti nel settore ci asteniamo dal fornire indicazioni per
l'attivazione di un tavolo di lavoro, limitandoci a segnalare
solamente che intorno allo stesso devono sedere i responsabili (o
loro delegati) delle realtà sociali più rappresentative operanti
sul territorio.