L'iperbolico comunicato
dell'Amministrazione con il quale, fra le tante opere, veniva
annunciata l'asfaltatura di 25 km di strade nel corso di quest'anno
non ci ha né sorpresi né meravigliati; invero l'attenzione alla
stesura di tappetini stradali è stata manifestata sin da maggio 2010
allorché, appena qualche mese dopo il suo insediamento, fece posare
il tappetino d'usura su un bel tratto della via Monte Nero, da dove
-da lì a poco- aveva programmato in modo innovativo di far
partire il corteo della celebrazione della festa del 2 giugno.
Le nostre critiche al Capo della medesima mai hanno riguardato il
“fare” ma sono state sempre rivolte al “modo di
fare”, marcatamente
autoreferenziale; noi avremmo preferito e preferiamo guardare alla
crescita della collettività attraverso il confronto tra le forze
rappresentative della popolazione per evitare che il fare,
tutto fumo e poco arrosto, finisca per produrre risultati
assai modesti per la crescita e per lo sviluppo della città.
Benché non più impegnati
istituzionalmente, ma non indifferenti all'operato del Palazzo,
abbiamo voluto approfondire il contenuto di quell'annuncio che
diversamente dagli anni precedenti, in cui l'ammontare dei lavori di
asfaltatura si aggirava intorno ai 200 mila euro/annui, ipotizzava
una spesa di ben 800 mila euro.
Dalla pubblicata delibera di
approvazione del progetto (GC n° 166/2015) e dall'acquisita
relazione illustrativa dello stesso non abbiamo desunto però il
criterio con cui sono stati individuati i 35 interventi da eseguire,
spalmati a pioggia sull'intero territorio.
Ai cittadini, ma anche agli stessi
consiglieri comunali, viene negata la possibilità di sapere se i 35
interventi siano esaustivi delle situazioni di degrado rilevate entro
una pregressa data o se invece, com'é molto probabile, siano il
risultato della valutazione discrezionale di pochi soggetti.
Stante l'annuale manutenzione
straordinaria dei tappetti stradali eseguita nel quinquennio
amministrativo scorso, 35 interventi da eseguire (e sempre che siano
i soli) ci sono sembrati davvero tanti; e, poiché non tutti
presentano sicuramente lo stesso livello di degrado, ci viene da
pensare che per alcuni si sarebbe dovuto intervenire molto tempo
prima facendo scelte giuste ed oculate senza doverne attribuire la
colpa al solito patto di stabilità.
Se al disagio procurato da questi ritardati interventi aggiungessimo
il malcontento per la viabilità conseguente alle realizzate
rotatorie e il timore derivante dalle preannunciate (già in campagna
elettorale) modificazioni alla viabilità di viale Baracca,
avremmo, a distanza di oltre sette mesi, la chiave per una lettura
attendibile dell'esito elettorale del maggio scorso, in cui Gusmeroli
viene riconfermato Sindaco senza sfondare, anzi perdendo voti, e
viene registrato un elevato astensionismo al voto (poco meno del
50% degli elettori).
Modificare la viabilità della città
senza neppure un passaggio nell'apposita Commissione consiliare è
stato, e continua essere, una scommessa azzardata sulla pelle dei
cittadini, che, se non dovesse risultare alla lunga vincente, ne
pagherebbero pesantemente il fio, oltre quello fiscale ovviamente.
Al momento perdente è la città,
che, nel corso del quinquennio 2010-15, oltre ai già ben noti
servizi persi, ha subito anche la diminuzione della popolazione
residente.
Con rincrescimento abbiamo titolato
“Arona non cresce, regredisce”
(di certo sotto il profilo demografico); ci piacerebbe essere
smentiti sotto il profilo sociale ed economico con la produzione di
dati, documenti probanti e non con le solite enunciazioni
demagogiche.