Giovedì
11 giugno nell'area adiacente alla chiesa di San Luigi, stante
le favorevoli condizioni metereologiche, la seconda Amministrazione
Gusmeroli ha mosso i primi passi con la
convalida degli eletti, il giuramento del Sindaco, la comunicazione
dei componenti della Giunta, la nomina del Presidente del Consiglio e
la nomina della Commissione elettorale.
Se l'idea delle sedute
consiliari itineranti sul territorio (ne sono previste altre a
Mercurago domani sera e Dagnente) è finalizzata a fermare
l'astensionismo elettorale, non può che essere condivisa e
sostenuta.
Ma, avendola sperimentata
anche la precedente Amministrazione con tre sedute fuori dal Palazzo
Comunale, nel teatro San Carlo, nel parco di Villa Picco e nel salone
della chiesa Tre Ponti la riproposizione, almeno per quanto riguarda
la finalità sopra indicata, altro non è che la manifestazione di
una euforia iniziale, comprensibile e giustificata, sulla quale con
il passare del tempo farà premio la logica organizzativa.
Se l'ottimismo e
l'impegno di Gusmeroli, profuso nel primo quinquennio, non è stato
premiato -in termini numerici- con più voti rispetto a quelli
ottenuti nel 2010, ci vuole -allora- ben altro per far tornare a
votare gli elettori e non pare esistano protocolli terapeutici per
curare questa grave malattia di cui è affetta al momento la
democrazia.
Interessati
a conoscere le ragioni della scelta di “San Luigi” per la prima
seduta del Consiglio, avremmo dovuto leggerle su fb, per il cui
accesso bisogna però chiedere preventiva amicizia, sicché abbiamo
pazientato per leggerle sulla stampa locale, non avendone trovata
traccia sul sito istituzionale.
Nella
consapevolezza che le azioni e le decisioni odierne possono
diventare -in futuro- metro di giudizio ci pare doveroso, pur
rischiando di essere considerati “retrogradi”, evidenziare che
una comunicazione sempre meno formale e rivolta prevalentemente alla
platea di amici, non favorisce la credibilità
dell'Istituzione-Comune, e non c'è da meravigliarsi se a votare
vanno sempre meno elettori.
Sembrerebbe
inoltre che l'astensionismo elettorale rifletta la tendenza, sempre
crescente, nelle Civiche Amministrazioni, di motivare sempre meno
-nei propri atti formali- le azioni messe in campo.
Non
si sottrae a questo comportamento la recente nomina del Presidente
del Consiglio comunale, per la quale non è stato motivato dalla
odierna maggioranza consiliare il dietrofront che si evince dalla
lettura del Verbale
di deliberazione n. 75 del CONSIGLIO COMUNALE Seduta pubblica
ordinaria di 1^ convocazione 11 NOVEMBRE 2014 OGGETTO GRUPPO
CONSILIARE MISTO (ZIGGIOTTO, DI NATALE, CAVALLI) E GRUPPO CONSILIARE
PD (ERRICO, TRAVAINI, VAGLIANI) - PROPOSTA DI MODIFICA ED
INTEGRAZIONE ART. 18 "PRESIDENZA DEL CONSIGLIO" DELLO
STATUTO COMUNALE,
allorché
l'omologa maggioranza con Voti
favorevoli 16 Voti contrari / Astenuti 1 (Bocchetta)
approvò la soppressione della figura del Presidente del Consiglio,
proposta dai due gruppi di minoranza; e poiché quel voto congiunto
con la minoranza, unico in tutto il quinquennio amministrativo, era
denso di significato politico, per disattendere quella posizione il
Sindaco o il Capo Gruppo di maggioranza avrebbe dovuto fornire una
motivazione al mutato orientamento, soprattutto perché il voto del
31 maggio aveva premiato la continuità amministrativa.
Non
sfugge però che la responsabilità dell'astensionismo ricada anche e
soprattutto sulle organizzazioni politiche locali, le quali non
possono pensare di indurre i cittadini a votare con qualche sporadica
iniziativa nel periodo della campagna elettorale.