C'è
qualcosa di nuovo oggi in Arona, anzi d'antico, abbiamo
parafrasato il versetto della poesia “L'aquilone” di
Pascoli per svolgere una riflessione sul tema caldo di questi giorni
“le vecchie mura di Arona” riemerse nel corso dei lavori
di corso Marconi, per le quali il Consiglio Comune, per martedì 19
aprile, deve provvedere alla copertura finanziaria del maggiore onere
finanziario.
La novità non è però la scoperta delle mura, della cui
esistenza molti erano già a conoscenza e sapevano anzi che tra il
piedistallo della Madonnina sul lungo lago e l'albergo Giardino
esiste nell'area sottostante una torretta
di maggior valore storico (come
pure in altra proprietà privata), ma la sensibilità
storico-culturale di volerle rendere visibili, seppure per un
limitato tratto, per accrescere l'attrazione turistica della città.
La paternità di questa particolare manifestazione, e quale ruolo
abbia svolto nel caso specifico la Sovrintendenza ai beni
archeologici, non emerge dall'effervescenza comunicativa del Palazzo,
alla quale -secondo diffusa voce- viene anche ricondotta la causa di
frizioni interne alla Giunta.
Ritenendole fisiologiche in un organismo collegiale, diciamo comunque
grazie a chi -per prima- abbia pensato alla valorizzazione
storica e culturale del territorio che, a nostro giudizio, imprime
un'importante accelerazione alla svolta della visione politica fin
qui avuta della città ed obbliga d'ora in avanti la Civica
Amministrazione ad arricchire di contenuti culturali l'offerta
turistica.
Di buono auspicio possono già considerarsi in questa direzione il
ripensamento del Sindaco sul trasloco della civica biblioteca e
l'annunciato conferimento della cittadinanza onoraria a Dacia Maraini
(per il quale sarebbe auspicabile -prima del 13 luglio- un passaggio
in Consiglio Comunale, spazzando via il dubbio che -con la
comunicazione fatta nella Conferenza dei Capi Gruppo Consiliari-, sia
stata volutamente operata una “capitis deminutio”
(perdita di prestigio) dell'Organismo Istituzionale Supremo con
riverbero anche nei confronti della personalità insignita).
Se, a breve, non seguissero altre iniziative culturali a sostegno e
implementazione di quelle già in atto: teatro sull'acqua, itinerario
letterario Felice Cavallotti, premio annuale di poesia sulla Rocca
per citarne alcune . lo squarcio di terreno in corso Marconi
finirebbe per perdere il suo significato storico.
Benché il silenzio della Civica Amministrazione sul progetto degli
Amici della Rocca relativo alla utilizzazione della torre Mozza,
illustrato di recente attraverso il giornale La Stampa, sia
sintomatico , quella destinazione si coniugherebbe bene con l'idea di
valorizzare il territorio sotto il profilo storico e culturale a fini
turistici; come pure non sarebbe più fuori luogo pensare alla posa
di una tensostruttura per l'utilizzo multifunzionale -a fini
culturali e promozionali- del cortile interno agli edifici di
proprietà comunali, accessibile dalla scalinata di piazza San
Graziano e dalla discesa adiacente all'omonima chiesa, (idea del
Gruppo Civico) .
Diffuso è invece il timore che il micro-sito pseudo archeologico di
corso Marconi, che comporta la riduzione della carreggiata stradale
in un punto già in precedenza critico, possa diventare da subito un
ricettacolo di rifiuti, annullandone il valore storico e producendo
al contrario un effetto negativo per il decoro della città.
Noi preferiremmo il posizionamento di una copertura in vetro, pur se
più onerosa; come pure in corso Marconi ci sembrerebbe (stante la
strozzatura nella curva di congiunzione dello stesso con piazza del
Popolo) più sicura la direzione di marcia verso Meina rispetto al
senso unico previsto con direzione verso la stazione che comporta per
quanti provengono da Meina la svolta a sinistra sul Sempione
all'altezza della rampa.
Sono comunque aspetti tecnici che possono essere rivisti dopo avere
constato gli effetti negativi paventati.
già postato sul sito aronanelweb