Benché dell'amianto avessimo già scritto all'inizio di agosto non
potevamo considerarlo esaustivo stante la sua importanza vitale.
Facciamo nostra la locuzione latina citata nell'oggetto per ritornare
sull'argomento non foss'altro per segnalare all'Amministrazione:
- che non basta aver dato l'esempio di rimuovere l'amianto antropico
dalle coperture dei propri edifici;
- che un obbligo istituzionale incombe sulla stessa, tenuta: -
a fornire agli stessi proprietari utili indicazioni per una corretta
modalità di valutazione e gestione dei manufatti contenenti amianto,
nonché - a partecipare a bandi regionali per l'acquisizione di
finanziamenti pubblici per gli interventi di bonifica.
Non va infatti trascurato che la maggior parte
dei proprietari di tali immobili ha subito la legge n° 257 del 1992
che mise definitivamente al bando l'amianto, dopo che negli anni 60'
furono scoperte le prime prove di tossicità delle sue polveri e che
insieme a carta e cemento costituiva un composto, prodotto dalla
ditta Eternit di Casale Monferrato a partire dal 1912, da cui prese
il nome.
E come indicato nell'apposito piano regionale
sarebbe bene svolgere da subito azioni di sensibilizzazione ed
incentivazione alla rimozione dell'amianto, assicurando a loro in
primo luogo, con azioni coordinate
con altri Enti, bassi costi di smaltimento.
A causa del progressivo e generalizzato invecchiamento della locale
popolazione, che sempre più la espone ad agenti patogeni, 936 siti
di amianto antropico in Arona non sono pochi per non destare nella
Civica Amministrazione preoccupazione.
Ritenere il 2025, termine ultimo previsto dal piano regionale per la
rimozione dell'amianto, ancora lontano per intervenire costituisce
errore grave di strategia nell'ambito dello sviluppo sociale;
eliminare i potenziali pericoli per l'incolumità pubblica non è
semplicemente un dovere, ma costituisce per il territorio vera
occasione di crescita.
Arona cardioprotetta e priva d'amianto antropico
caratterizzerebbe la città, già nota per le bellezze
paesaggistiche, anche sotto il profilo qualitativo della vita e ne
aumenterebbe la capacità attrattiva.
In assenza di iniziative al riguardo verrebbe da dire, parafrasando
un noto detto: che vale all'Amministrazione aver cardioprotetta
la città se poi lascia la popolazione esposta all'amianto ?
Ma, come detto nel precedente scritto, crediamo in quel sogno di
mezz'estate perché diamo valore alla speranza e perché non
vediamo in chi deve farsi carico del problema solamente
uno che opera in modo diverso da come vorremmo noi, pur se -da
fonte giornalistica- notizie incoraggianti sul tema provengono
purtroppo da altri Comuni.
Dopo la concomitante comunicazione fatta dal Sindaco su fb in merito
alla prossima e rivoluzionaria raccolta dei rifiuti un poscritto
è opportuno e doveroso.
Dato che dal 2012 sull'argomento rifiuti siamo stati in Consiglio
Comunale sostenitori, inascoltati, non possiamo che accogliere ora
con favore l'ottimistica previsione del superamento dei limiti
percentuali regionali previsti per la raccolta differenziata.
Riguardo all'amianto va richiamata l'attenzione
sul fatto che il ripetersi di un analogo ritardo nell'affrontare
le problematiche connesse alla sua bonifica potrebbe avere una
ricaduta sulla popolazione ben diversa da quella sulla raccolta dei
rifiuti; in quest'ultimo caso si è tradotta in un maggiore costo
mentre nel caso dell'amianto , pur facendo i debiti scongiuri,
potrebbe risultare letale per qualcuno o più di uno.
E sempre che conti il valore della vita e non si guardi già
alla primavera del 2020 come via d'uscita.
* già appostato in aronanelweb