“lasciala andare,... tu non remare, ... stai a guardare” è
l'orecchiabile ritornello di una rilassante canzone degli anni 60 del
secolo scorso che inneggia alla quotidianità della vita condendola
di popolare sagacia.
Avremmo ben volentieri ri-canterellato quel ritornello, rimanendo a
guardare la barca dell'Amministrazione e lasciarla andare
senza remarle contro, se:
► l'annoverare da parte dell'Amministrazione fra gli sponsors
dell'Arco di Palmira, senza indicare la natura e l'entità della
sponsorizzazione, di un'azienda, che intrattiene rapporti negoziali
con la Polizia Locale, o addirittura un'associazione culturale,
destinataria di contribuzioni comunali annuali, non confliggesse con
il principio della trasparenza amministrativa .
La farlocca dichiarazione della spesa “a costo zero” per il
Comune in occasione della manifestazione dell'Offshore è *già
appostato in aronanelwebun'esperienza difficilmente dimenticabile per
non tornare a vigilare e scongiurare un connubio innaturale tra
trasparenza amministrativa e alchimia contabile.
La trasparenza richiede (sempre, ma in modo particolare
nell'evidenziate situazioni) l'enunciazione del valore d'apporto
(finanziario o di prestazione di servizi) della sponsorizzazione
sin dalla manifestazione di volontà da parte dei soggetti
sponsorizzanti, e ad oggi non pubblicizzato.
► la convocazione del Consiglio Comunale alle ore 10,00 di lunedì
8 maggio nell'aula magna del Liceo “E. Fermi” non avesse
evidenziato che “la trovata del Sindaco” per quanto estrosa -come
dallo stesso narrata- sotto il profilo propagandistico sarebbe
stata pienamente legittima, se -a inizio di mandato- fosse stato
applicato l'art. 18 dello statuto comunale.
Infatti, prima dello scadere del precedente mandato amministrativo
fu inserita nell'ordinamento statutario la facoltà che il Sindaco,
neo-eletto, potesse assumere la funzione di Presidente del
Consiglio, non costituendo, ormai da tempo, novità il suo fare di
“uomo solo al comando” e procurando nel contempo
un'economia per le casse del Comune.
Alla luce di quanto emerso in questo scorcio di mandato, e in modo
eclatante in quest'ultima circostanza, viene nuovamente da chiedersi
perché mai il Sindaco non abbia fatto ricorso a questa clausola
-da lui stesso approvata-, evitando in tal modo di sminuire
malamente l'autonomia decisionale che, nella materia, il regolamento
interno di funzionamento del Consiglio Comunale riserva in via
generale ad altre figure istituzionali.
Tanto per intenderci l'art. 9 demanda la definizione del programma
delle attività del Consiglio alla Conferenza dei Capigruppo,
presieduta e convocata dal Presidente del Consiglio.
Tralasciamo di approfondire il tema per non essere irrispettosi
verso chi -nei fatti- si è prestata a far ratificare formalmente la
decisione “partorita” in un contesto ambientale e
istituzionale diverso da quello sopra rappresentato, confidando
comunque in un sussulto interiore per mostrare la propria
sensibilità alla valenza giuridica ed etica, come
da consolidata tradizione, dell'Ordinamento Comunale.
A tal fine, vale proprio la pena di ricordare che in passato era
prassi assai diffusa, conservata ancora oggi in diversi Comuni, di
affidare la presidenza del Consiglio alla minoranza consiliare.
Invero,
unici destinatari del testimoniato
rispetto
e della manifestata
conservazione
della autonomia decisionale
attribuita dall'Ordinamento Comunale
sono
i contribuenti
aronesi di
ogni colore politico
dal momento che l'indennità,
anche se modesta, percepita mensilmente è finanziata con
l'addizionale irpef prelevata loro d'imperio.
*già appostato in aronanelweb