Non capita tutti i
giorni che un Sindaco rivolga un appello pubblico a un Ministro.
Il Sindaco di Arona recentemente si è rivolto all'allora Ministro
Delrio (oggi sottosegretario alla Presidenza del Consiglio) per
ricordargli che i vincoli del patto di stabilità penalizzano tuttora
i Comuni finanziariamente sani, benché, nel corso del convegno ANCI
tenutosi giust'appunto a Arona nel luglio 2012, si fosse impegnato,
come Presidente dell'Associazione nazionale dei Comuni, a negoziarne
con il Governo l'allentamento.
Nulla da
eccepire sull'iniziativa assunta se nel contesto della lettera non
fossero stati elencati diversi interventi, di cui taluni davvero di
modesta entità (ripristino illuminazione via Monte Zeda -
completamento parco giochi via San Luigi - riqualificazione salita
Dagnente).
Era
palese che i veri destinatari fossero i lettori aronesi ai quali
quella elencazione sarebbe dovuta servire come “specchietto per
allodole”, non diversamente di quanto annunciato, nello scorso
mese di agosto, sempre dal Sindaco sulla gara di offshore a zero
costo per il Comune.
Questa
impressione viene desunta dal fatto che la pubblicizzazione della
lettera è stata fatta nell'intervallo di tempo intercorso tra
l'adozione:
- della delibera della GC n° 9 del 28 gennaio avente per oggetto “Approvazione spese d'investimento nel rispetto del patto di stabilità-anno 2014- rideterminato nei saldi ex legge 147/2013” e
- della delibera n° 26 del 18 febbraio avente per oggetto “Modifica DGC 9/2014 ad oggetto: Attivazione spese d'investimento nel rispetto del patto di stabilità-anno 2014- rideterminato nei saldi ex legge 147/2013 ”.
Invero la
delibera n°9, prima in assoluto nella sua tipologia a livello
locale, ha fissato i paletti finanziari per conseguire a fine anno il
saldo fissato dal patto, individuando le opere che sarebbero potute
essere realizzate nel corso dell'anno e quelle che sarebbero rimaste
in sospensione.
La
lettera a Delrio, pubblicata dopo qualche giorno, ha messo in
evidenza la strumentalizzazione in atto, facendo espressamente
riferimento alle opere in sospensione, che guarda caso, subito dopo,
con la delibera n° 26 vengono dichiarate realizzabili per un
maggiore spazio finanziario messo a disposizione dal Ministero dell'Interno in
forza di una recente disposizione di legge.
Invero il
trittico delibera 9 – lettera – delibera 26 si presta a lasciare
intuire che tutto fosse miracolosamente dipeso da quella lettera,
che nel migliore dei casi sarà arrivata sul tavolo del
Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio sicuramente dopo il 18
febbraio .
Il Gruppo
ritiene che, essendosi ancora ad inizio d'anno, sarebbe bastato al
momento dell'adozione della delibera n°9 abbassare dall'88,5% all'
86,5% la contrazione della spesa corrente impegnabile, per
garantirsi da subito lo spazio finanziario, cui fa riferimento la
successiva delibera n° 26, essendo già prevedibile e scontata la
diramazione, entro brevissimo tempo, della comunicazione ministeriale
sul riparto degli 850 milioni di euro dei pagamenti in conto
capitale, sottratti alla verifica del patto di stabilità dalla
legge 27 dicembre 2013 n° 147, art. 1 comma 535.
Questo
pseudo attivismo ricorda da vicino quello messo in atto dal Sindaco,
lo scorso mese di giugno, in relazione al versamento di un
contributo risarcitorio da parte di soggetti a Lui vicino per la
bonaria definizione di una vicenda mediatica-giudiziaria, in cui
vittime ed attori sono stati due consiglieri del Gruppo.
E poiché
quella attività è risultata sterile sul piano sostanziale, onerosa
sotto il profilo della produzione degli atti, più che mai vale la
pena richiamare l'attenzione sul vecchio proverbio: “la farina
del diavolo finisce sempre in crusca”