Ancor
prima dell'esodo ferragostano:
> Apprezzamento andava espresso
al ripensamento dell'Amministrazione di tenere la seduta
consiliare del 31 luglio scorso nel Palazzo comunale, sede
istituzionale per antonomasia per lo svolgimento di queste riunioni,
anziché in piazza San Graziano (presumibilmente sotto l'Arco); poco
conta se avvenuto non in modo spontaneo e con motivazione
apparentemente elusiva.
L'art. 22 del regolamento di funzionamento del Consiglio Comunale
ammette che le sedute consiliari possano tenersi fuori dalla sede di
via San Carlo ma nulla dice sulle sedute all'aperto; da
subito avrebbe dovuto prevalere il principio generale che il
legislatore (in questo caso il Consiglio) se l'avesse voluto,
allorché lo modificò, l'avrebbe esplicitato (evidentemente
l'assenza delle condizioni tecno-organizzativi era già manifesta ed
evidente al legislatore di allora).
Visto che la presenza del pubblico si era assai ridotta nelle ultime
sedute itineranti del Consiglio comunale quel ripensamento
sarà stato certamente sofferto per
chi sperava nel fascino attrattivo di quel prototipo architettonico
per avere una vasta platea di ascoltatori.
Se poi, pur nella dialettica politica -post consiglio-, si alimentano
con perfidi elogi spaccature in seno all'opposizione, peraltro già
evidenti e ben note all'opinione pubblica, il livello qualitativo
della politica locale si abbassa notevolmente ed inevitabilmente la
frequentazione delle persone alle sedute consiliari tende sempre più
a ridursi.
Al rientro in Arona, abbiamo appreso dell'annegamento avvenuto a
ferragosto alla foce del torrente Vevera e della dialettica
sviluppatasi sull'inosservanza dell'ordinanza sul divieto di
balneazione, pubblicata in plurilingue; conveniamo che (gaffa a parte
del V.S.) la responsabilità non è riconducibile direttamente
all'Autorità Comunale; a questa da tempo contestiamo, restando in
tema di sedute consiliari, la volontà di sovvertire riti
istituzionali consolidati per frivole ragioni estranee
all'ordinamento comunale, la cui semenza, se dovesse attecchire
nel tessuto urbano, innescherà processi formativi poco virtuosi, che
non lascerebbero ben sperare.
> La nostra attenzione era stata
anche attratta dalla Determina Dirigenziale n° 299/2017 con la quale
si impegnano poco più di 6 mila euro per “verificare e
valutare la possibilità di modificare la viabilità interna al
territorio comunale al fine di rendere più scorrevole il traffico
veicolare soprattutto nelle ore di punta in uscita dal centro
cittadino, realizzando un doppio senso in via Liberazione”.
Dopo le critiche piovute da più parti, abbandonando la ben nota
protervia, l'Amministrazione si accingerebbe a “rimediare il
rimediabile” nel campo della viabilità; cosa non di poco conto
per chi tiene alla propria immagine.
Benché la prospettata soluzione viabile sia stata sollecitata
anche da noi, la stessa non sanerà la grave disfunzione procurata
alla circolazione cittadina con la soppressione del doppio senso di
circolazione in corso Marconi poiché il sistema viabile già in
precedenza dava segni di scarsa tenuta soprattutto nelle festività
d'inizio primavera e nel periodo estivo.
Non necessita dunque avere le doti di Pico della Mirandola per
comprendere che la soluzione del nuovo assetto viabile, sin da ora,
si presenta come “misura tampone” e non sarà in grado di
assopire totalmente il malumore diffuso.
Verosimilmente per distrarre l'attenzione dei cittadini dai problemi
reali della viabilità, l'inquilino SO del Palazzo , dopo la
pubblicazione della menzionata determina dirigenziale, non si è
lasciata sfuggire -a fine luglio- l'occasione di annunciare grandi
progetti di sviluppo per la Rocca, benché dell'omonimo sito sia
“semplice comodatario”.
La famiglia Borromea, comodante del sito, non sarebbe stata
sicuramente contraria alle innovazioni prospettate e ben volentieri,
a suo tempo, formulerà calorosi ringraziamenti per l'arricchimento
patrimoniale conseguito nel corso del comodato.
In questa fattuale inversione delle parti nel contratto di
comodato della Rocca, la collettività colta di sorpresa si
domanda se non fosse stato più utile -già
da tempo- impegnare le risorse energetiche di cui
l'Amministrazione dispone per migliorare il punto
d'intersezione della rampa con il Sempione: vero collo di
bottiglia nella viabilità cittadina.
Così come sarebbe stato atto “dovuto” ed anche molto apprezzato
sfoderare queste energie in occasione della chiusura dell'ospedale,
ma così purtroppo non è stato.
Confidiamo che soldi dei cittadini aronesi non vengano distratti
per l'inseguimento del manifestato sogno inerente La Rocca, ad
iniziare dal comunicato stampa su “La Rocca di Arona: presentato
il progetto di valorizzazione delle mura” diramato il 27 luglio
su carta intestata con il logo del Comune a firma di Alessia Bianchi
Group.
Dalla Determinazione Dirigenziale n°264/2017, adottata su espresso
indirizzo della Giunta, emerge purtroppo che il rapporto con lo
sponsor, il cui nome viene riportato in calce a quel comunicato, si
era già esaurito; se così non fosse, sarebbe assolutamente bene e
necessario rendere trasparente, anche a posteriori, il motivo vero
dell'indirizzo della Giunta fornito nella seduta del 20 giugno ca.
* già postato in aronanelweb